Ken Loach e Monica Bellucci. Kaurismaki e Tom Hanks. Paillettes e lustrini. Star e glamour. E cinema globale. Il Festival francese vuole stupire sempre di più

Cannes e champagne

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Niente polemiche. Quest'anno la selezione dei film e dei divi invitati sulla Croisette è stata accolta come s'accoglie l'arrivo della primavera, con un sospiro di sollievo. L'oscuro inverno francese, illuminato in novembre dai fuochi delle auto bruciate nelle banlieues e in marzo dai fumogeni dei poliziotti o degli studenti in rivolta, è finito d'un tratto. Il Festival di Cannes, 59esima edizione, è apparso nel giorno della sua presentazione, come l'idea realizzabile di un sogno ricorrente: un viaggio intorno al mondo. Paillettes e lustrini, star e glamour, le 'montées des marches' sul tappeto rosso del Palais du Festival e le feste sulle spiagge e nelle ville del promontorio cannense. E quelle vietate quasi a tutti, salvo ai super Vip, al largo, sugli yatch e sui battelli. Champagne a fiumi. Foie gras in blocchi. Tutto è pronto, lo spettacolo può cominciare. Il via è il 17 di maggio.

"Sono contento di come è stata accolta la selezione quest'anno", dice a 'L'espresso' nel suo ufficio parigino della rue Amelie il delegato generale del Festival Thierry Frémaux: è lui che sceglie tutti i film della selezione ufficiale (quelli in concorso, quelli fuori gara e quelli della selezione parallela 'Un certain regard'): "I critici e i giornalisti hanno mostrato un interesse tutto particolare. Un gusto per l'avventura, la voglia di vedere qualcosa che non ci assomiglia. Questo è Cannes: il piacere ritrovato della diversità. In dieci giorni si fa un viaggio immaginario, si guarda cosa succede altrove, si aprono gli occhi sul mondo".

E sulle sue stelle. Il ballo sul tappeto rosso della selezione ufficiale sarà aperto da Tom Hanks e Audrey Tautou. Nel suo favoloso destino, l'Amélie Poulain francese incontra il soldato Ryan e insieme vanno a scoprire, nel ruolo della criptologa Sophie Neveu e dell'esperto di simbologia Robert Langdon, i segreti nascosti nel 'Codice Da Vinci' di Dan Brown, adattato al cinema da Ron Howard (fuori gara). Per vedere il cast del film al completo basta risolvere, a partire dal 3 maggio sul sito www.davincicode-lefilm.fr, gli enigmi del controverso thriller religioso da 40 milioni di copie: per chi vince c'è un posto in prima fila sulla Croisette e nella festa d'apertura, dalle mastodontiche scenografie all'interno del Palais. "È vero", chiosa Frémaux, "da qualche anno a Cannes è rinata anche la voglia di far grandi feste. Chi verrà al ballo d'apertura? Non si può dire, per ora: anche il segreto fa parte di Cannes".

Segreti e rivelazioni. Asia Argento sulla Croisette sfilerà almeno due volte e cederà probabilmente alla tentazione di far girare i suoi dischi in vinile nella festa in onore di Sofia Coppola e del suo film in gara, 'Maria-Antonietta' con Kirsten Dunst nel ruolo principale, in cui la Argento interpreta la contessa Du Barry. Ma Asia tornerà a fine Festival per per il 'Transylvania' di Tony Gatlif, fuori gara, in cui interpreta il ruolo principale al fianco di Amira Casar. Si sa già che Penélope Cruz, protagonista di 'Volver' ('ritornare'), ruba il primo piano al ritorno di Carmen Maura nelle braccia di Pedro Almodóvar dopo il litigio seguito a 'Donne sull'orlo di una crisi di nervi'. E che Gérard Depardieu, Fanny Ardant, Juliette Binoche e Ludivine Sagnier, ma anche Marianne Faithfull o Nick Nolte, faranno la loro dichiarazione d'amore al cinema quando sullo schermo blu di 'Un certain regard' apparirà 'Paris, je t'aime', il film a sketch realizzato da 24 registi (dai fratelli Coen a Gus Van Sant a Olivier Assayas). Davanti alla scalinata rossa del Grand Théâtre Lumière i curiosi aspetteranno con ansia anche il passaggio di Zinedine Zidane, interprete di sé stesso in 'Zidane, un ritratto del 21esimo secolo' fra cinema e arte contemporanea. Il film di Philippe Parreno e Duglas Gordon è programmato fuori gara, in una piccola sala interna. La rissa tra gli aspiranti spettatori è assicurata.

"Il glamour fa parte della leggenda cannense, ma le star qui vengono a difendere i loro film", puntualizza Frémaux: "Quest'anno, è vero, ne attendiamo molte. Molte hanno lavorato nei film d'autore, alcune sono presenti anche nella giuria. Ma quelle sono state scelte per la loro conoscenza, per il loro amore e per la loro legittimità a giudicare un'opera cinematografica". Attorno al presidente Wong Kar Waï ci sarà Monica Bellucci, sinceramente adorata dai francesi per la sua estetica e per il suo impegno politico: il suo compagno Vincent Cassel presenterà la cerimonia di apertura e quella di premiazione del Festival. E poi Zhang Ziyi, una delle eroine del '2046' del presidente della giuria, e fra gli altri, oltre a Tim Roth e Samuel L. Jackson, due cineasti che a Cannes lasciano ormai lo spazzolino da denti: il palestinese Elia Suleiman e l'argentina Lucrecia Martel.

"Guardi che quest'idea non mi piace", insorge Thierry Frémaux: "Anche per la competizione di Cannes si dice che ci siano ormai dei registi abbonati. Equivale a rimproverare ai grandi cineasti di fare buoni film. Non c'è nulla di male". Chi è bravo torna, insomma. A Pedro Almodóvar, Nanni Moretti, Aki Kaurismäki e Ken Loach, si aggiungono quest'anno Bruno Dumont e Nicole Garcia, in gara per la seconda volta. "Ci sono i film che si aspettano con interesse e che vengono selezionati. Altri che si aspettano ma poi vengono rifiutati. E poi, ogni anno, ci sono almeno il 50 per cento di sorprese. In questa edizione ce ne sono di più, perché questo è un anno di rinnovamento". Tra le novità ci sono Sofia Coppola, Paolo Sorrentino, Alejandro González Iñárritu (che con il suo 'Babel' porta in gara i sex symbol Brad Pitt e Gael Garcia Bernal), Lou Ye, il trentenne americano Richard Kelly e addirittura un primo film, il 'Red Road' della regista britannica Andrea Arnold. "E poi c'è l'obbligo della composizione e dell'equilibrio fra i diversi paesi del mondo, fra i continenti (ma quest'anno c'è meno Oriente e più Europa, ndr). La selezione è il riflesso del cinema mondiale e ci dice come va il mondo. Quest'anno ci sono molti film militanti e molti film estetici con una volontà di contenuto". Militante è il 'Fast Food Nation' di Richard Linklater (presente anche nella sezione 'Un certain regard' con 'A Scanner Darkly', interpretato da Keanu Reeves). Estetico con volontà di contenuto è il 'Juventude en marcha' del portoghese Pedro Costa. "Anche 'Il Caimano' di Nanni Moretti", continua Frémaux, "non lo considero solo un film su Berlusconi. Pone domande che possono essere poste ovunque. Non lo trovo un film pessimista, ma combattivo".

Tra gli altri film in programma, un ritorno al passato per capire il presente ('Indigeni' di Rachid Bouchareb sulla colonizzazione), una guerra che potrebbe evocare quella irachena (nel 'Flandres' di Bruno Dumont), una fuga politica, musicale e poetica negli Usa di domani nel 'Southland Tales' di Richard Kelly. E poi tragedie di ieri (la battaglia per l'indipendenza in Irlanda nel 1919 ne 'Il vento s'alza' di Loach) e di oggi (l'11 settembre in 'United 93' di Paul Greengrass), per finire con 'Il labirinto di Pan', film messicano di Guillermo Del Toro, fantastico, onirico, sulla guerra civile vista con gli occhi di un bambino. Un film che segna una svolta nei criteri di selezione: "Abbiamo voluto allargare la selezione ufficiale al cinema di genere, quest'anno: a Del Toro e ai suoi fantasmi e ai suoi mostri", spiega Frémaux: "Ma anche far spazio a film originali come quello di Paolo Sorrentino, 'L'Amico di famiglia', che sorprenderà per il fatto di essere in gara. L'annata italiana, dopo diversi anni difficili, è stata formidabile. Anche il documentario sulla Shoah di Mimmo Calopresti, 'Volevo solo vivere', ha trovato il suo posto negli eventi speciali. Mentre Marco Bellocchio con il suo 'Il regista dei matrimoni' ha il suo spazio giusto nella rassegna 'Un certain regard': quel film è una fuga di Bach, stupefacente e difficile, uno spettacolo cinematografico in stile libero. In gara lui c'è già stato, ma fargli cambiare categoria non significa sminuire il suo lavoro. Le nostre selezioni sono complementari, non in concorrenza". A fare scandalo ci penserà uno tra gli ultimi film in programma, e fuori gara: 'Shortbus' di John Cameron Mitchel, storia molto hard di sesso etero e omosessuale, con al centro una terapista sessuale che non ha mai conosciuto l'orgasmo.

Ok, Frémaux, ma chi vince? "Io i film della selezione li ho già visti tutti, perché li ho scelti uno ad uno. Ma non si può mai sapere prima come saranno presi dal pubblico né quale alla fine avrà la Palma d'Oro. Ci vuole pazienza, a Cannes. E prudenza". n

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