C'è un mostro che rischiava di trascinare l'Italia tra i Paesi più arretrati dell'Europa occidentale: il digital divide. Che cos'è? è la forbice che esclude di fatto dal Web le zone poco collegate via cavo, quelle in cui non arriva né l'Adsl né la fibra ottica. E quindi le connessioni sono lente, faticose e instabili. Insomma, le aree in cui non esistono autostrade digitali ma solo mulattiere. Il governo ha deciso però di prendere per le corna questo mostro: l'arma più potente per combatterlo l'ha messa in campo in questi giorni, con il bando d'asta che assegnerà entro gli inizi del 2008 le licenze per il WiMax. È una tecnologia di banda larga senza fili che ha le carte giuste per costruire a basso costo quelle autostrade digitali. Arriva al momento giusto, perché la situazione è critica, come si è appena scoperto grazie a un rapporto stilato dall'Osservatorio Banda Larga-Between. Dei 156 distretti industriali in cui è divisa l'Italia, solo 26 sono raggiunti da banda larga, cioè da reti che permettono comunicazioni veloci. Il 58 per cento degli addetti (pubblici e privati) è nel digital divide. E ci sono importanti distretti in zone a bassa copertura anche nel nord Italia. Sfortuna vuole che questi distretti sono in zone periferiche, spesso vicino a montagne, dov'è difficile e troppo dispendioso scavare per posare i cavi della fibra ottica. È qui che entra in gioco il WiMax: invece che con i cavi, porta la banda larga tramite onde radio che passano da un antenna all'altra, poste a decine di chilometri di distanza. Entro il prossimo mese e mezzo le aziende interessate presenteranno al Ministero le domande di partecipazione al bando; poi ci vorrà un altro mese e mezzo per la presentazione delle offerte. "Se teniamo conto anche dei tempi necessari a realizzare le reti WiMax, possiamo dire che i servizi arriveranno nella seconda metà del 2008", prevede Maurizio Dècina, ordinario di reti al Politecnico di Milano e presidente della Fondazione Ugo Bordoni (presso il Ministero). Le 35 licenze saranno di durata quindicennale.
Ma che cosa ha di speciale questo bando WiMax? "È il primo a essere pensato per combattere il digital divide", spiega Dècina. Chi si aggiudicherà la licenza, infatti, sarà obbligato a raggiungere le zone ora senza copertura di banda larga. Se non ci riuscirà entro 30 mesi, sarà costretto dal Ministero a vendere la licenza a chiunque la richiederà. Un'altra particolarità del bando è che delle 35 licenze, 21 sono destinate solo a operatori 'nuovi entranti', una definizione che esclude coloro che hanno una licenza Umts (Telecom Italia, Wind, Vodafone e 3 Italia). Sono clausole pensate "per evitare che gli operatori più forti si prendano tutte le licenze e le tengano parcheggiate", spiega Luigi Vimercati, sottosegretario alle Comunicazioni. Con il WiMax il governo vuole dunque "far entrare nuovi concorrenti, aprire il mercato, adesso troppo concentrato", dice Vimercati.
Va detto che il Ministero si è anche sforzato di migliorare il bando rispetto alle linee guida che l'Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) aveva formulato. Agcom aveva negato alcuni usi delWiMax, utili agli operatori, causandone la protesta; cioè la possibilità di utilizzare le licenze anche per fare ponti radio e di adottare gli ultimi standard WiMax (802.16e). "Noi invece li abbiamo contemplati nel bando", spiega Marcello Fiori, segretario generale del Ministero. E Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, è orgoglioso del passo in avanti: "Sono stati confermati", dice, "gli impegni presi dal governo per la riduzione del digital divide, per l'incremento della competizione nelle telecomunicazioni e per l'innovazione tecnologica del nostro Paese".