Concerti dall'alba al tramonto sulle montagne più belle dell'arco alpino. È la formula di "Suoni delle Dolomiti", il festival trentino che fino al 30 agosto raduna artisti da tutto il mondo. La fatica e le emozioni di un trekking musicale

Il sentiero dei music climbers

Una strana creatura si aggira per i sentieri del Trentino: il music climber. Come il centauro, suo lontano parente mitologico, anche questa sua mutazione contemporanea presenta una doppia natura: metà alpinista e metà musicista. Incontrarlo d'estate non è difficile. Basta condividere la medesima passione per la musica e per la montagna quindi raggiungere a piedi i luoghi di incontaminata bellezza dove vengono proposti i concerti de "Suoni delle Dolomiti". La manifestazione ideata da Chiara Bassetti e Paolo Manfrini per la Regione Trentino, da diversi anni (siamo alla 14ma edizione) raduna musicisti da tutto il mondo sulle montagne più belle dell'arco alpino. Si parte la mattina, zaino in spalla (i musicisti con i loro strumenti) e ci si mette in cammino.

A volte per raggiungere i teatri naturali basta una escursione di poche ore. Altre volte, è il caso dei concerti dell'alba, una delle esperienze più suggestive a cui è dato partecipare, si parte dal fondo valle verso mezzanotte per ritrovarsi in vetta al sorgere del sole, con le montagne che affiorano sopra un mare di nuvole, come isole nella corrente. Il programma, iniziato a fine giugno, prosegue per tutto agosto con un cartellone assai vario e ricco di appuntamenti: musica jazz, classica, pop, ma anche letture poetiche come quelle di Giuseppe Cederna con il violoncellista Mario Brunello o quelle di Neri Marcorè con il coro Sasso Rosso.

Nei giorni scorsi, siamo saliti a piedi da Drena fin sotto il Monte Stivo, per ascoltare Ludovico Einaudi, compositore e pianista tra i più apprezzati del minimalismo neo classico europeo. Il suo concerto “Panorama divenire” ispirato al “Trittico della Natura” di Giovanni Segantini, si è svolto a Malga Campo, tra i pascoli verdissimi e i faggi maestosi riprodotti nei quadri dell'illustre maestro tridentino del divisionismo. Il giorno seguente, escursione in Val di Fiemme fino all'alpeggio delle Carigole con il violinista Daniel Hope e l'orchestra da camera di Mantova. Concerto memorabile, tutto dedicato a Vivaldi, sullo sfondo di un bosco di abeti rossi risonanti, il raro e pregiatissimo legno usato fin dai tempi di Stradivari per costruire viole, violini e violoncelli.

Ma il più impegnativo e sorprendente è stato il concerto di Dave Douglas and the Magic Circle, al passo Antermoia, il primo dei trekking musicali previsto quest'anno. Con il trombettista americano e il suo “cerchio magico”, ovvero il trombonista Luis Bonilla e il sassofonista Donny McCaslin, siamo saliti dal rifugio Micheluzzi (val di Fassa) fino al Rifugio Antermoia (mt. 2.476) condividendo le fatiche del cammino e infine il piacere di ascoltare un bellissimo concerto in uno spettacolare anfiteatro naturale, un laghetto turchese incastonato tra i ghiacciai e le montagne, assieme a un folto pubblico di musicofili arrivati anche loro a piedi fin lì, oltre a un inaspettato fanclub di caprioli e marmotte.

Dave Douglas
è un jazzista di casa in Trentino oltre che un esperto montanaro. «Sulle Dolomiti ho trovato l'habitat congeniale per esprimermi in completa libertà», racconta. Qualche anno fa il trombettista americano aveva creato per “i Suoni” una composizione ispirata alle musiche della tradizione ladina. «Invece, quest'anno», spiega, «ho trovato l'ispirazione sulle Montagne Rocciose, ripercorrendo i sentieri dove da ragazzo andavo a camminare con mio padre, grande sportivo e maratoneta.

Sarà un caso, ma da quando se ne è andato, il richiamo della montagna è diventato irresistibile». In concerto, Dave Douglas e i Magic Circle creano istant-music contemporanea intrecciando forme e stili di diverse tradizioni folkloriche: dal dixieland, al bop, alla musica country. con risultati ora intensamente evocativi, ora di coinvolgente sense of humour. «Non è semplice trovare una trekking band in grado di affrontare, anche solo dal punto di vista fisico, una sfida del genere», sottolinea Douglas. Ma Louis Bonilla e Donny McCaslin sono stati all'altezza della situazione. E dopo la fatica della scalata e le emozioni del concerto, al rifugio Antermoia, si sono goduti il meritato premio. Una sontuosa cena offerta dal gestore Almo Giambisi (straordinario e simpaticissimo alpinista di vecchia scuola): polenta con capriolo, canederli allo speak, rosso di Teroldego e grappe a volontà. Roba da far risuscitare anche il music climber più stremato.

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