Chi pensa siano una banda scalmanata di cretine, si sbaglia di grosso. La loro, è la soglia del nuovo femminismo. Ovvero il post-femminismo. No alle dita a triangolo, basta lotta per l'emancipazione o per l'uguaglianza, evviva lo sfruttamento della bellezza femminile: l'importante è essere bionde, non importa se naturali o meno. "O almeno bionde dentro", chiosa Olga Uskova, direttrice e fondatrice della prima Organizzazione Internazionale delle Bionde: "Bionde sono le donne che sanno divertirsi, attrarre e giocare, e pure farsi valere nel mondo del business, sociale e politico".
Chiamatele cretine. In pochi anni hanno ottenuto rilevanza planetaria, con i giornalisti di testate come "Daily Telegraph" o "Times" a parlare di loro, mezza popolazione maschile globale a cliccare sul loro sito, e riconoscimenti sul lavoro e nella vita. Segno di riconoscimento: il rosa. Qualsiasi cosa: smalto, trucco, accessori, automobile. La loro sede principale è Sofia, capitale della Bulgaria, ma le conoscono da Mosca a Riga. Hanno una sede in Lettonia, presieduta dalla direttrice di un centro estetico, e la loro presidentessa è un'ex Miss Mondo, lituana, Marika Gederte. E le "blondinki", così si chiamano sia in russo che in bulgaro, starebbero anche per sbarcare a Milano, rappresentate dalla fotografa Elena Strada.
Non è necessario pagare una quota o impegnarsi ufficialmente, ognuno contribuisce secondo le proprie capacità, basta essere attive e darsi da fare per l'organizzazione. "All'inizio mi sembravano solo belle ragazze intente a organizzare feste e concorsi di bellezza, ma in realtà il loro obiettivo è proprio quello di rafforzare l'immagine della donna, e rompere gli stereotipi sulle donne dell'Est. Che sono sì bionde, ma anche ambiziose, intelligenti, e capaci di farsi valere", spiega Strada: "Il biondo, insomma, è solo un pretesto, per una confraternita che punta a sostenere il ruolo delle donne". Femministe in gonnella rosa quindi? Olga Uskova nega energicamente: "No, il movimento è stato certamente una tappa cruciale per l'emancipazione della donna, ma è ora di piantarla. E di far tornare gli uomini, uomini. Che altrimenti rischiano di comportarsi come femminucce". Spiega a "L'espresso" la Uskova: "È stato mio marito il primo a farmelo notare: basta portarsi da sole borse pesanti, versarsi da bere, o aprirsi le porte. Restituiamo al maschio il suo ruolo". Ex keghebista, un passato da spia anche in Italia, il marito della Uskova è fuggito negli anni Ottanta negli Stati Uniti, e oggi è uno dei pochi maschi membri dell'organizzazione delle bionde. Accompagna la moglie, con tanto di figlio dodicenne e cagnolino, agli appuntamenti in giro per mezza Europa Orientale. E Occidentale, visto che l'ultimo appuntamento della coppia è stato il Concorso di Miss Belgio, dove la bionda Uskova è stata chiamata a giudicare le bellezze belghe.
Trent'anni passati da un po', siberiana di nascita, Olga Uskova è l'incarnazione del vincente modello di "blondinka": avvocato di formazione, businesswoman di professione, sul suo sito spazia da consigli sull'organizzazione di turismo estremo in Russia a consulenze marketing per partiti politici. Ma sono le farfalle la sua vera passione: nata e cresciuta in un posto dove nelle foreste circolavano solo gli orsi, la Uskova ha impiantato nei Balcani un allevamento di insetti esotici. Che poi vende su Internet, al modico prezzo di 35 euro per esemplare: "Le farfalle mi hanno insegnato molto: vivono soltanto tre settimane, e la natura le ha equipaggiate di una grande bellezza che usano per vivere, attrarre, difendersi". Un ottimo esempio per tutte, insomma. Ecco allora la fondazione di un'organizzazione che unisse le donne, le incitasse a essere femminili e a usare le armi della seduzione invece che fingersi maschiacci e le consigliasse di farsi percepire deboli dagli uomini, proprio perché si è invece tanto forti. Sul sito, Olga Uskova invita a diventare socia: "Perché la gente ci ammira, ci invidia, ci prende in giro, ma nessuno rimane indifferente!". Cita Barack Obama: "Investite nelle donne in tempi di crisi", ma anche Rod Stewart: "Le bionde si divertono di più".
È al grido di questo slogan che si è da poco tenuto il primo dei Congressi Internazionali delle Bionde. A Sofia, nell'Hotel San Pietroburgo, si sono riunite bionde da tutto il mondo dell'est. E tra shampain (le bionde lo scrivono così) e concorsi di bellezza nel club Peccato della città, si è stabilito chi fosse la più bella del reame. Ma non solo: visto che lo slogan ufficiale dell'organizzazione è "L'intelligenza salverà il mondo", eccole discettare di "Intelligenza emotiva e intellettuale" e "Business di successo in tempo di crisi economica - L'esperienza di brune e bionde" o "Shopping therapy - Scegli un negozio e compra", "Pratica per superare la depressione. Consigli e esperienza di Vip bionde e persone famose", ma anche forum su "Relazioni familiari. Violenza domestica e indifferenza". E per suffragare le sue ragioni, la signora Uskova riporta una ricerca dell'Università di Queensland che dimostra come le bionde siano in media pagate meglio delle altre: ben il 7 per cento in più, e sposano uomini più ricchi, che guadagnano almeno il 6 per cento in più dei mariti di donne con i capelli di un altro colore. Attenzione a chiamarle sceme.