Cresce la tensione tra India e Pakistan. Il ministero della Difesa indiano ha dichiarato in una nota che Islamabad "ha cercato di colpire vari obiettivi militari impiegando droni e missili", aggiungendo che "tutti sono stati intercettati e neutralizzati dai sistemi di difesa aerea dell'India". Almeno 16 persone, tra cui cinque bambini, sarebbero rimaste uccise a causa del fuoco di artiglieria pakistano, che ha colpito le aree di Kupwara, Baramulla, Uri, Poonch, Mendhar e Rajouri nel Jammu e Kashmir.
L'esercito di Islamabad, intanto, ha reso noto che finora sono stati abbattuti 25 droni Harop di fabbricazione israeliana, lanciati dalle forze indiane. "I detriti dei droni sono stati recuperati in diverse aree del Pakistan. Le forze pakistane stanno dando una risposta adeguata al nemico e stanno distruggendo tutte le sue intenzioni", si legge nella dichiarazione.
Le tensioni tra i due stati vicini, entrambi dotati di armi nucleari, sono aumentate dopo che, lo scorso mese, uomini armati hanno ucciso 26 persone – per lo più turisti indiani di religione induista – nella parte del Kashmir controllata dall’India. Nuova Delhi ritiene che il Pakistan sia responsabile dell’attacco, accusa che Islamabad ha respinto. Il nome dato all'offensiva militare dall'esercito indiano è Operazione Sindoor, il pigmento rosso che le donne hindu sposate applicano sulla fronte. Il riferimento è al fatto che gli attentatori avrebbero separato i turisti uomini dalle donne, per poi identificare i non musulmani e ucciderli. La tradizione vuole dopo la morte del marito il sindoor non venga più indossato.
Secondo funzionari pakistani, i raid indiani di mercoledì hanno causato la morte di 31 civili, tra cui donne e bambini. Altre vittime si sono registrate da entrambe le parti del confine durante i pesanti conflitti a fuoco che sono seguiti. Si tratta del confronto più grave tra i due Paesi dal 2019.