Un bellissimo uomo, Brad Pitt, nella magica grana del bianco e nero, guarda dritto verso di noi. Vestito in modo rilassato, consapevole della sua forza seduttiva e dell'erotismo che emana, recita o forse dovremmo dire sussurra, quelle parole che tutte le donne vorrebbero sentirsi dire, alla faccia della questione che imperversa su tutti i giornali e i blog femminili sulla questione del maschio Alfa, Beta o Omega. «Ma ovunque io vada ci sei tu. La mia sorte, il mio destino. Inevitabile». Alla fine della sequenza capiamo, però, che le parole sono rivolte a un profumo. Sono per Chanel N. 5.
È la prima volta che un uomo pubblicizza un profumo femminile e questo ci spiazza. E ci spiazza il fatto che Pitt sia così: quasi discinto. Tenero e guascone. Un poster pronto per essere attaccato nelle camerette delle adolescenti inquiete, ma anche negli armadietti chiusi a chiave nelle palestre e altrove di molte donne adulte, come facevano un tempo i meccanici nelle officine con le pin up: oggetto del desiderio senza se e senza ma.
Capace di ricordare simultaneamente il toy-boy autostoppista e ladro J.D. di "Thelma & Louise", nell'indimenticabile scena di sesso con Geena Davis, ma anche l'uomo impegnato e il bravo attore che è diventato oggi.
«Le considero autentiche "successioni" da quello che sono stato a quello che sono diventato: il compagno di vita di Angie, l'uomo che coltiva i suoi interessi umanitari e artistici. Un uomo del tutto diverso dal pischello che ero quando arrivai a Los Angeles. Avevo 300 dollari, una vecchia Datsum, uno zainetto e una filosofia di vita: guardare avanti».
Quello che per due volte è stato dichiarato l'uomo più sexy del mondo è oggi un attore riconosciuto, che ama l'architettura e che dopo l'uragano Katrina ha progettato Make it Right, ambizioso piano di ricostruzione urbana. Con Angelina Jolie, ragazza interrotta e star complicata, ha messo su famiglia: 3 figli naturali, 3 adottati. «La cosa più importante che ho fatto».
Ecco l'uomo che tutte vorremmo anche solo per una di quelle "scopate senza cerniera" teorizzate da Erica Jong nella preistoria della liberazione sessuale: un miscuglio formidabile di tutte le lettere dell'alfabeto. Uno dei pochissimi capace, a fianco di una donna protagonista di cui si apprezzano molte qualità ma si conoscono anche i difetti, di non porsi il problema di chi in casa porti i pantaloni.
Ogni tempo ha bisogno di narrazioni diverse e la comunicazione, sempre pronta a dare forma a sogni e desideri, registra veloce l'evoluzione nei comportamenti di genere. Quasi prossime a sfondare il famoso soffitto di cristallo per salire verso i piani alti, le donne, consapevoli di essere il motore di tante carriere maschili (cosa sarebbe Barack Obama senza Michelle e senza Hillary?) sono ormai stufe di quelle immagini pubblicitarie che le vedono preoccupate solo di profumarsi e spogliarsi per piacere a lui.
Così un profumo nato nel 1921 continua a essere il più venduto nel mondo. «Un profumo da donna che sappia di donna», decise l'indipendente e anticonvenzionale Coco: «Che la donna dovrebbe indossare dove desidera essere baciata». Racchiuso in quella boccetta che, con la sua assolutezza, aveva fatto invecchiare tutti i flaconi delle altre essenze.
Icona leggendaria del XX secolo, nel XXI secolo sterza e offre alle donne l'immagine di un uomo come oggetto del desiderio. E appare tutto molto naturale. Anzi, come mai non è successo prima che fosse un uomo a farci pensare che qualche goccia di Chanel N. 5 possa ancora una volta rinnovare il rito del desiderio? Un desiderio alla pari, liberi di scegliere quale ruolo svolgere e verso quale genere indirizzarlo. Quel desiderio che non è solo la conquista del corpo dell'altro, ma uno dei più formidabili motori dell'evoluzione umana.