Artisti-writer nella Capitale chiamati a confrontarsi in una sfida inedita: creare delle opere per spazi lontani dalla strada, illuminati dai fari e non dalla luce solare. Dal 25 ottobre al 22 novembre

Outdoor, a Roma il festival della street art

«Sono un fan della old school di New York, ma continuo a pensare che l’arte dei graffiti dovrebbe andare avanti e provare nuove cose». Parola del writer romano Brus (è suo il graffiti qui accanto), uno dei 13 artisti di sei diversi Paesi coinvolti in Outdoor 2014, l’Urban Art Festival organizzato da NUfactory, che quest’anno si svolgerà (dal 25 ottobre al 22 novembre) nei grandi padiglioni - 5mila metri quadrati - che un tempo ospitavano la Dogana di Roma, nel quartiere San Lorenzo.

Moving forward” (in italiano “muoversi in avanti”) è il manifesto della quinta edizione dell’evento a cura di Antonella Di Lullo, realizzato in collaborazione con le ambasciate e gli istituti di cultura stranieri. Per la prima volta l’Urban Art Festival ha invitato gli street artist a confrontarsi con uno spazio lontano dalla strada, illuminato dai fari e non dalla luce solare.

[[ge:rep-locali:espresso:285133353]]Nelle scorse settimane, gli artisti-writer hanno lavorato nei padiglioni per lasciare il loro segno “site specific”: tra gli altri, dal Giappone è arrivata Lady Aiko con la sua sensualità pop, già sodale di Bansky, con cui collaborò nel 2008 facendo la parte della turista giapponese e scattando le foto ormai celebri dell’artista; dal Sud Africa Faith 47, anche lei acclamata in tutto il mondo, che utilizza una vasta gamma di strumenti, dalla grafite agli spray, alla fotografia; da Atene Blaqk, il gruppo composto da Greg Papagrigoriou e Chris Tzaferos (Simek), due graphic designer che hanno fondato il collettivo tre anni fa con un linguaggio che mescola modelli geometrici e modelli calligrafici. «In qualsiasi forma di arte urbana lo spazio ospitante assume una posizione importante, non deve predominare sull’opera ma essere parte integrante di questa», spiega la curatrice.

A oggi, il destino dei padiglioni di proprietà di Fintecna non è ancora definito, ma una cosa è certa: le opere sopravviveranno sul Web. Il Google Cultural Institute, infatti, organizzerà tour virtuali sulla piattaforma Street Art Rome.

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