Non convenzionale, equo, sostenibile, intelligente. È il commercio di oggetti usati, nei mercatini o nelle piattaforme online, così come lo intendono gli italiani. Che ne approfittano sempre più: una ricerca Doxa realizzata per subito.it riferisce che il 44 per cento degli intervistati ha comprato o venduto oggetti di seconda mano, il 70 nei mercatini, il 30 online.
Un giro di affari che ha raggiunto i 18 miliardi di euro: in media chi vende usato guadagna in un anno intorno ai mille euro, chi lo fa online un po’ di più, circa 1300. Il boom della cosiddetta second hand economy è quindi una risposta alla crisi economica? «Non solo. Chi la sceglie ama sentirsi libero e pensa che sia un modo intelligente per cambiare», spiega Guido Argieri, costumer insight director di Doxa.
Insomma, se non si hanno i soldi per rifarsi il guardaroba basta vendere qualche capo non tanto sfruttato e andare a spulciare nel guardaroba di qualcun altro, alla ricerca di un affare. Un fan dell’usato su tre è donna, ed ha tra i 28 e i 33 anni.
A queste si aggiunge un nutrito gruppo di over 45, alla ricerca di pezzi vintage capaci di trasformare un vestito anonimo in un outfit memorabile. La tecnologia poi facilita l’incontro fra domanda e offerta, soprattutto lo fanno quelle piattaforme che incentivano il contatto fra il venditore e l’acquirente lasciando alle persone la valutazione della bontà dell’affare. Fra gli oggetti più venduti, quelli di arredamento e i casalinghi.
Cultura
11 novembre, 2014Il mercato degli oggetti di seconda mano, dagli abiti ai casalingi, è in grande crescita. E vale ormai 18 milardi di euro. Colpa della crisi? Non solo. Anche di uno stile di acquisto più libero
Mi piace, ma lo compro usato
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