Cyberbullismo sempre più diffuso, ed è allarme sociale. Lo rivela la ricerca “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”. Si tratta dell’indagine annuale condotta dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) per comprendere i dettagli della "vita da adolescente" nel nostro Paese, con un’attenzione specifica sulle eventuali situazioni di disagio che, come purtroppo confermano i dati, sono in crescita costante. La rilevazione è inserita nel Programma statistico nazionale, progettata in collaborazione con l’Autorità garante per la protezione dei dati personali. I giovanissimi interpellati dalla ricerca - circa 108 mila ragazzi e ragazze, italiani e stranieri tra gli 11 e i 19 anni e residenti in Italia - compilano un questionario digitale. Nella maggior parte dei casi si collegano con il cellulare per rispondere alle domande semplici, utili a raccogliere informazioni sull’utilizzo dei social media, sulla povertà educativa, sulla cittadinanza e il senso di appartenenza delle nuove generazioni.
Cyberbullismo
All’attenzione, in particolare, c’è l’analisi dei comportamenti offensivi, non rispettosi o violenti subìti dai ragazzi e dalle ragazze. Parliamo di cyberbullismo, la sottile e moderna forma di violenza - a volte poco visibile ma con conseguenze devastanti per chi si trova “nel mirino” dei bulli – che può nascere da un messaggio offensivo, una foto diffusa senza consenso o una campagna di esclusione dai gruppi online, e che possono segnare profondamente l’autostima e la salute mentale delle vittime.
Allarme sociale
Il fenomeno riguarda il 68% - pari a due terzi - degli adolescenti fra gli 11 e i 19 anni, che ha dichiarato di essere stato bersaglio di atti offensivi, aggressivi o di esclusione digitale. Il 21% denuncia più attacchi nell’arco di un singolo mese, soglia che segna e definisce il fenomeno del bullismo. Fra gli 11 ed i 13 anni quasi l'8% è vittima abituale, soprattutto i maschi (8,9% contro 6,6% delle femmine). I dati segnano anche delle differenze geografiche: nel Nord Italia il fenomeno è più diffuso che al Sud (22% contro 20%). I ragazzi sono maggiormente oggetto di offese e aggressioni fisiche, le ragazze patiscono l’esclusione sociale, soprattutto tra i 14 e i 19 anni. Le offese verbali colpiscono oltre il 55% dei giovani, con picchi sempre nella fascia più fragile degli 11-13enni. Le "vittime abituali" sono per lo più stranieri, il 26,8% contro il 20,4% degli italiani. Nel cyberbullismo sono gli ucraini i più colpiti (44%), seguiti da rumeni e cinesi.
Strategie di contrasto
Abbiamo un problema, e lo sappiamo. Ma come possiamo arginarlo? I dati Istat parlano di un "fenomeno sistemico" che si declina in forme diverse per età, genere e provenienza dei ragazzi e ragazze. Ma la soluzione, anzi le soluzioni, sono uguali per tutti. Si chiama "cittadinanza digitale" l’obiettivo che dobbiamo impegnarci a raggiungere, come società e come sistema famiglia. È sempre più urgente l’intervento all’interno delle scuole, con programmi educativi permanenti. È indispensabile lavorare su temi quali il rispetto reciproco, l’inclusione, l’educazione affettiva, ed è necessario rafforzare i presìdi psicologici e di ascolto, specie tra le comunità più vulnerabili. Dobbiamo sensibilizzare i ragazzi, sì, ma formando anche i docenti per una più efficace collaborazione tra scuola, famiglie e servizi sociali, che consenta di spezzare la catena dell’isolamento che spesso accompagna le vittime e che permetta di intercettare le "situazioni problematiche" prima che sfocino in tragedie.