Venghino siori venghino. Il gran circo della domenica è aperto. Due le alternative, in egual modo tanto piene ?di pericoli quanto prive di emozioni. Se ?lo spettatore sprovveduto incappasse incautamente sotto al tendone di Canale 5, si troverebbe all’improvviso di fronte ?a uno spettacolo orrorifico di lusso. La domatrice Barbara D’Urso presenta donne capaci di farsi asportare le costole pur di assomigliare a Barbie viventi, madri imbottite di botox che difendono le figlie dall’accusa infamante di essere troppo rifatte, pance purulente, chirurgia estrema, pelle in eccesso, insultatori compulsivi, urlatori professionisti che non si placano neppure a microfoni spenti e si sovrappongono come piramidi di elefanti, dibattiti sulla veridicità delle tette di concorrenti di reality in cui i famosi sono famosi per aver partecipato ad altri reality e amplessi vocali rispetto ai quali la pornografia dura e pura sembra un documentario per educande d’antan. ?
Poi c’è il piccolo circo di Rai Uno, modello fiera di paese, dove mentre si masticano bastoncini di liquirizia si sente il ruggito di gatti travestiti con la criniera della festa. "Domenica in" continua a cambiare strada in corsa perché letteralmente non sa dove andare. Dopo sole due puntate scompare la terrificante sigla in playback raffazzonato con le due sorelle Parodi che si agitavano sulla scala neanche fossero due Lecciso qualsiasi. Benedetta viene nascosta in cucina come Cenerentola a cui manca solo la parola; resistono le imitazioni insostenibili, l’orchestrina ?e i sorrisi di plastica ma al posto del balletto Cristina butta qua e là “incubo, setta, paura, terrorismo, Isis, morte” ?e altre leggerezze similari per catturare ?a forza il pubblico in fuga.
Poi si volta pagina, le inseparabili sono ancora più separate, e tra una tragedia e l’altra ?si saltella dagli amori della Marini ?al repertorio Rai utilizzato a caso. ?Il programma per le famiglie brancola ?nel buio cercando di cancellare il pressapochismo dell’esordio ma passare dalla cronaca dura e pura al gossip dei poveri certo non aiuta a trovare una meta.
Così, dai fenomeni da baraccone di "Domenica Live" al dolore in diretta di "Domenica in" si mostrano le due facce della cattiva televisione. Che ha un unico merito: quello di spingerti a uscire ?di casa. Magari per andare al circo.
HO VISTO COSE BELLE
Senso comune (Rai Tre, 20,20) è un piccolo esempio di gradevolezza della normalità. Un tema, una riflessione a coppie. Dalle ballerine agli ombrellai, i protagonisti commentano i fatti del giorno, a bassa voce, con educazione, senza inutili sprechi di adrenalina. La dimostrazione pratica di come si dovrebbe fare sempre.
HO VISTO COSE BRUTTE
Su 72 show americani dell’ultimo anno, dice uno studio della USC Annenberg School for communication and journalism di Los Angeles, i registi uomini sono stati il 90,7 per cento, gli autori il 95 per cento, gli showrunner l’83 per cento. Evidentemente le donne la tv la guardano e basta.