"Musica che unisce": ci voleva l'emergenza per vedere qualcosa di nuovo in televisione

Cantanti che suonano a casa. Praticamente Instagram in prima serata. Su Rai Uno un esperimento del tutto inedito. E decisamente riuscito

Non sarebbe mai successo se non fossimo stati travolti da una crisi di portata inaudita. Non sarebbe mai successo se non fosse stato impossibile, insano e per questo vietato unire le forze comuni per la produzione ordinaria. Non sarebbe mai successo nel 'prima', neppure se una tempesta di autori si fosse spremuta le meningi in riunioni torrenziali. Invece giocoforza la televisione, incredibile a dirsi, ha inventato qualcosa di nuovo.

Con “Musica che unisce”, (di Matteo Catalano, Alberto Di Risio e Duccio Forzano), serata benefica per l'emergenza sanitaria in favore della Protezione Civile, è accaduta una cosa strana, inedita, ma di una forza spiazzante: un guizzo di mai visto si è palesato dalla piccola scatola dei salotti ripieni. Cantanti di ogni genere e numero, si sono esibiti nelle loro camere, negli studi casalinghi, tra il divano e i cuscini stropicciati.

Fregandosene bellamente della perfezione del suono, hanno afferrato microfoni e indossato le cuffie per fare semplicemente il loro mestiere. Senza giochini, artifici, luci fatate, scale impraticabili e cori salvavita. Dimostrando una serie di cose.

Innanzitutto che i social non sono solo gattini. Perché quella che per gli anziani su Rai Uno è stata una visione del tutto inedita, in realtà è un'esperienza che su Instagram si vive quotidianamente, da quei dì lontani in cui addirittura non si sapeva che accidenti fosse il Covid19.

Poi che la conduzione quando suona la musica è del tutto accessoria. Liberata dal “signore e signori buonasera”, senza trucco e parrucco di improvvisati esperti del nulla costretti a sperticarsi in aggettivazioni sparse, la canzone dura e pura fatta di chitarra e tastiera, con qualche eco casalingo e dall'unico riverbero dato dai soprammobili appoggiati sul pianoforte, basta da sola a riempire il vuoto.

Infine che il coraggio premia sempre. A cantare in cameretta, tra le piante d'appartamento senza ancore tecniche di salvezza, con un filo di rimmel e il maglioncino del pomeriggio ci vuole coraggio a palate. E se la nota sfugge, l'inquadratura traballa e la luce invecchia non importa a nessuno. Anzi. Fa sentire tutti nella stessa casa. Per una volta vicini, a suon di musica.
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