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Cultura
novembre, 2023

Squid game la sfida è l'ultima frontiera del reality show

Squid Game - La sfida
Squid Game - La sfida

Quello di Netflix è un esperimento sociale, malvagio e avvincente. Che al Grande Fratello preferisce il Grande Denaro

Poteva essere un campione di inutilità o al contrario l’ultima frontiera del reality. E in un certo senso “Squid Game - la sfida” riesce a portare a casa entrambi i risultati. 456 concorrenti gettati in un’ambientazione assolutamente identica a quella dell’omonima creatura sudcoreana più vista della storia di Netflix, in cui l’unica differenza si nasconde in un dettaglio: non muore nessuno. 

 

In palio una cifra mostruosa, quasi cinque milioni di dollari, per arrivare ai quali bisogna superare le stesse celebri prove a partire da “Un due tre stella”, con la bambolona gigante che ti fulmina con lo sguardo laser. A chi non ce la fa, un colpo secco, d’inchiostro per fortuna. Ma il concorrente eliminato deve abbandonarsi a terra, come se avesse perso davvero la vita insieme al sogno di un’esistenza migliore affidata a una puntata estrema nell’azzardo, carta vince o carta perde e che la tv ci aiuti. I sopravvissuti invece, in tute verdi e bianche, tornano nella camerata sui letti a castello di metallo, scortati dalle guardie con le inquietanti maschere nere ideate sul set di Hwang Dong-hyuk. 

 

E dopo ogni partita vengono tentati da un gigantesco salvadanaio trasparente che si riempie lentamente di una cifra assurda. Ed è proprio intorno ai soldi che si costruisce l’intero programma, l’ansia di raggiungere l’obiettivo, di rimanere l’unico e solo, tra giocatori di età, bisogni e provenienze diverse. Un gioco dell’assurdo, che costringe i partecipanti a relazionarsi in base alle strategie e poi a pugnalarsi alle spalle, solo per amore del denaro. 

 

Insomma, girato in Inghilterra e con un budget mica da ridere, questo Squid Game diventa così una forma inedita di racconto sulla sopravvivenza dove i soldi si trasformano in una sorta di anello del potere, quel tesoro che ti fa cambiare forma e cervello, calpestando inevitabilmente anche sentimenti primari. Una satira velata al capitalismo? Oddio forse è chiedere troppo a uno show che mette in scena persone che si affannano a leccare un biscotto. 

 

Ma la tensione che si crea tra di loro (e il fatto che nei titoli compaiono ben 11 esperti di salute mentale la dice lunga), il disagio e l’ansia tangibile, danno luogo a qualcosa di nuovo in un mondo, quello del reality show, che si pensava esaurito del tutto. Abituati, e non solo dalle nostre parti, a un rituale trito di dinamiche sentimentali di risulta a favore di telecamera, dove protagonisti sottili come fogli di carta velina si arrabattano nella costruzione posticcia di relazioni per un briciolo di fama, si resta malvagiamente affascinati di fronte alla sfrontatezza di questo esperimento televisivo, che al grigiore generale sostituisce il colore. Dei soldi.

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