Che quello della musica sia stato e sia tuttora un ambiente poco generoso con le donne l’abbiamo scritto più volte. Tanto spazio alle voci, pochissimo in tutti i ruoli professionali, scrittura, strumenti, produzione. Quello che dovrebbe essere l’ambiente più avanzato è almeno da questo punto di vista perfettamente allineato a ogni altro settore della società.
Ma c’è dell’altro, la sensibilizzazione che oggi chiedono le donne nei confronti della violenza, degli abusi, delle molestie, dei sorprusi che i maschi continuano a commettere, richiederebbe ben altro, una presa di coscienza, una rieducazione, una messa in discussione dei maschi su quello che sono, anche quando magari giustamente pensano di non essere loro i violenti.
Soprattutto in questo periodo di totale regressione culturale, in cui sembra essere tornati indietro di quarant’anni e sono in discussione anche diritti che sembravano acquisiti, la musica dovrebbe fare qualcosa in più.
Quello che manca sono i contenuti, manca il senso di responsabilità che gli artisti devono considerare quando utilizzano il loro talento. Tranne rarissime eccezioni mancano canzoni di maschi che rendano omaggio al mondo femminile, che esprimano rispetto, ammirazione, condanna di qualsiasi atteggiamento che possa assomigliare alla violenza, mancano canzoni che tocchino il cuore dei ragazzi, che parlino alla loro coscienza, mancano contenuti ideali, mancano musiche che vadano controcorrente, non allineate allo sfascio culturale che stiamo vivendo e dentro il quale ancora allignano atteggiamenti patriarcali e maschilisti.
Perché accada ognuno deve fare la sua parte e la musica avrebbe un grande potere, avrebbe il potere di convincere senza proclami e comizi, avrebbe la forza di mostrare come dovremmo essere e quanto sarebbe bello essere cittadini di un mondo senza discriminazioni e brutalità.