Cultura
17 ottobre, 2025Al Centro Pecci di Prato la mostra "VIVONO. Arte e affetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996", racconta in chiaroscuro un periodo storico a cavallo fra anni '80 e '90 spesso dimenticato e i suoi protagonisti
Tracce e testimonianze, a volte gridate, a volte sussurrate che raccontano tre lustri di arte legata a figure più o meno note coinvolte nella crisi dell'HIV-AIDS. Sono raccolte nella mostra "VIVONO. Arte e affetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996" a cura di Michele Bertolino (fino al 1 marzo 2026 al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato).

"La mostra vuole guardare a quegli anni come momento generativo per la storia italiana attraverso la gioia e l'amore", dice Michele Bertolino. "Le sale del museo sono piene di luce, insistono sulle alleanze, le strategie di costruzione comunità, i momenti in cui si è stati insieme. L'allestimento, pensato da Giuseppe Ricupero, costruisce uno spazio di intimità e di prossimità con le opere che si dispongono nel tentativo di narrare quali siano le forme che può prendere l'affetto".

Il percorso si snoda attraverso temi e sale monografiche che raccolgono opere visive e documenti, fonti e testi per declinare in tutte le sue sfumature un fenomeno sociale dirompente. Si scoprono così i lavori del torinese Bruno Zanichelli e le fotografie di Nan Goldin che ritrae l’artista Gotscho e il suo compagno abbracciati a Parigi nel 1992, le sculture “fantasy” di Lanfranco Baldi e i disegni di Vittorio Scarpati e Porpora Marcasciano impregnati dall’energia e dall’esperienza di quegli anni segnati da amori e battaglie, malattia e dipendenze.
“VIVONO mette in luce una vicenda storica poco trattata in Italia, mirabilmente narrata da Pier Vittorio Tondelli (lo scrittore avrebbe compiuto 70 anni proprio in questo periodo, ndr) nel romanzo Camere separate”, sottolinea Carlo Antonelli che fa parte del comitato scientifico della mostra pratese. “Oggi l’uso del PrEP (Profilassi Pre-Esposizione) ha steso un velo sulla pericolosità dell’AIDS ma i dati ci dicono il contrario perché i contagi sono in aumento. Anche per questo VIVONO è necessaria. Il lavoro di ricerca, durato quattro anni, oltre alla parte visuale e iconografica ha insistito sulla poetica come mezzo – e qui il pensiero corre a Dario Bellezza - ben rappresentata dal video iniziale con la regia di Roberto Ortu. In sintesi definirei la mostra commovente e commossa perché continua a far vivere il passato attraverso l’affetto dei testimoni presenti. Ma è al tempo stesso gioiosa e permette di estraniarsi da quel periodo di lutti”.

Crediti della foto in apertura:
John Giorno - Tratta un completo estraneo come se......(1993). Traduzione italiana per l'autore, anni '90. Courtesy Giorno Poetry System
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Medici Zombie - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 17 ottobre, è disponibile in edicola e in app