Cultura
30 ottobre, 2025“Beware of Yourself” ricompone quarant’anni di interviste e confessioni dell’artista più provocatorio della scena italiana. Un autoritratto costruito come un collage di fallimenti, fughe e invenzioni
I musicanti di Brema sono un gallo, un gatto, un cane e un asino: dopo una vita di lavoro, sono diventati inutili e dopo essere scappati dalle loro rispettive fattorie, perché i padroni volevano farli fuori, prendono la via di Brema decisi a entrare nella banda cittadina. Più che suonare, però, rantolano. In un bosco, si imbattono in una casa dove alcuni briganti stanno banchettando. Solo l’asino arriva alla finestra per vedere, ma anche gli altri sono curiosi e allora il cane sale sull’asino, il gatto sul cane, il gallo sul gatto. Diventano un’unica creatura e fanno così tanto rumore da far pensare ai briganti che qualcosa di sovrannaturale e pericoloso fosse alla finestra.
Questi, dunque, scappano e i musicanti, invisibili, fantasmi, reietti, ma insieme, prendono possesso del banchetto dei banditi, della loro casa. Forse è solo un caso che la prima opera di Maurizio Cattelan che incontriamo nel suo nuovo libro sia proprio dedicata a questa storia, ma in qualche modo questa dà al resto della storia un senso: il fallimento, il sogno, l’ambizione, il trucco, il caso. Questo volume si chiama “Beware of Yourself”, edito da Marsilio con Pirelli Hangar Bicocca e curato da Roberta Tenconi, Vicente Todolì e Tatiana Palenzona.
Ci sono voluti tanti anni per svilupparlo: i curatori con lo stesso Cattelan hanno preso quarant’anni di interviste e conversazioni, le hanno dissezionate e rimontate fino ad arrivare a una sorta di Stele di Rosetta del lavoro dell’artista più emblematico di sempre. Pensieri si intrecciano a una ricostruzione biografica di una vita iperbolica e assurda. Ci sono sezioni tematiche dove narrazione e opere si incontrano, i suoi inizi, la fuga da casa, la sua relazione con l’Italia, con Milano e con New York, il successo, la “pausa tecnica”, il ritorno. E tante, tante contraddizioni, la sua cifra. Cattelan ci dice che nessuno ha mai inventato nulla e questo è vero fin dall’origine del tempo. Tutti copiano tutti, ma siccome le energie e le idee del mondo si trasformano, si mescolano, si ibridano e si fondono, a qualcuno – tipo lui – riesce meglio di altri.
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