Una dozzina sorprendente, che premia anche case editrici indipendenti e promuove molti nomi inattesi. Una scelta che punta i riflettori su romanzi sin qui poco noti, invito alla scoperta della vivacità della nostra editoria. Anche a costo di lasciare sul campo un bel po’ di delusioni. Come quella di Einaudi: escluso il romanzo I giorni di vetro di Nicoletta Verna, sul quale la casa editrice torinese, vincitrice dello Strega lo scorso anno con Donatella Di Pietrantonio, puntava tutto. Anche Paradiso di Michele Masneri, pubblicato da Adelphi, non si è staccato dal gruppo degli 81 autori candidati dagli Amici della domenica. Fuori anche Bompiani, con La babilonese di Antonella Cilento, e La nave di Teseo: non entra tra i titoli in gara Aqua e tera, la storia di lotta e antifascismo di Dario Franceschini.
Confermata invece la scelta dei favoriti di quest'anno: Andrea Bajani, proposto da Emanuele Trevi, con L'anniversario (Feltrinelli); Nadia Terranova, proposta da Salvatore Silvano Nigro, con Quello che so di te (Guanda); Elisabetta Rasy con Perduto è questo mare (Rizzoli). Terzetto al quale potrebbero facilmente aggiungersi l'apprezzato Paolo Nori, Chiudo la porta e urlo (Mondadori) e Wanda Marasco, Di spalle a questo mondo (Neri Pozza) nella dozzina nel 2015 e in cinquina nel 2017.
Ad annunciare i dodici libri ammessi a concorrere è stata Melania G. Mazzucco, presidente del Comitato direttivo del Premio Strega, al termine della consueta fotografia di gruppo su stili, tendenze, temi che emergono dai titoli candidati all’edizione 2025.
“Libri che rispecchiano nell’insieme una pluralità di generi e di generazioni. Dove predomina il racconto dell’Io: la cosidetta autofiction o l’autobiografia vera e propria, che ricorre coi suoi fasti e le sue miseri”, dice la scrittrice, lei stessa vincitrice del Premio nel 2003 con il romanzo Una vita: “Il leit motiv di quest’anno è la follia. Sbriciolamento dell’Io, depressione, crollo psichico. Nel 2025 la salute menale è un’emergenza sociale, ma anche letteraria”. E rispetto alla lingua? “A parte pochi ambiziosi romanzi simbolisti o sperimentali, si tratta perlopiù di un italiano funzionale, televisivo, vicino alla lingua parlata”. Tranne, assicura a margine dell’incontro, nei dodici titoli selezionati.
La dozzina, che arriverà alla finale del 4 giugno al Teatro Romano di Benevento, è la seguente:
Valerio Aiolli, Portofino blues (Voland), proposto da Laura Bosio;
Saba Anglana, La signora Meraviglia (Sellerio Editore), proposto da Igiaba Scego;
Andrea Bajani, L’anniversario (Feltrinelli), proposto da Emanuele Trevi;
Elvio Carrieri, Poveri a noi (Ventanas), proposto da Valerio Berruti;
Deborah Gambetta, Incompletezza. Una storia di Kurt Gödel (Ponte alle Grazie), proposto da Claudia Durastanti;
Wanda Marasco, Di spalle a questo mondo (Neri Pozza), proposto da Giulia Ciarapica;
Renato Martinoni, Ricordi di suoni e di luci. Storia di un poeta e della sua follia (Manni), proposto da Pietro Gibellini;
Paolo Nori, Chiudo la porta e urlo (Mondadori), proposto da Giuseppe Antonelli;
Elisabetta Rasy, Perduto è questo mare (Rizzoli), proposto da Giorgio Ficara;
Michele Ruol, Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa), proposto da Walter Veltroni;
Nadia Terranova, Quello che so di te (Guanda), proposto da Salvatore Silvano Nigro;
Giorgio van Straten, La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri (Laterza), proposto da Edoardo Nesi.
Il vincitore del premio sarà proclamato il 3 luglio, come di consueto nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.