Dal 20 giugno al 19 dicembre 2025, alla Biblioteca del Longhena di Venezia, la Fondazione Giorgio Cini propone una mostra che è molto più di un'esposizione documentaria: una riflessione profonda sul rapporto tra potere, salute pubblica e memoria collettiva

Venezia e le epidemie: una mostra racconta le catastrofi sanitarie del passato

Fin dal Trecento, Venezia si trovò a fare i conti con uno dei suoi maggiori paradossi storici: essere al tempo stesso ponte e barriera. La città lagunare era uno snodo cruciale per i traffici del Mediterraneo, scalo per merci e persone ma anche per malattie e contagi. Non a caso Venezia fu una delle porte di ingresso della famigerata peste nera del 1348, solo la prima di una lunga serie di emergenze sanitarie che colpirono la città e i suoi territori nei secoli successivi, con picchi devastanti, come quelli del 1575-77 e del 1630-31.

L’antenato del “green-pass”

A differenza di altre città europee, Venezia non si limitò a subire le ondate pandemiche. Fin dal primo episodio mise in campo un sistema di controllo sanitario capillare e strutturato. Nel 1486 venne istituita la carica del Magistrato alla Sanità, uno degli esempi più precoci e organizzati di governance della salute pubblica in Europa. Prima ancora che venisse invento il “green-pass”, durante l’emergenza Covid 19, a Venezia erano in uso i “fedi sanità”, una sorta di pass sanitario dell’epoca. Attraverso delibere, editti, cordoni sanitari, la quarantena (pratica nata proprio a Venezia), la Serenissima costruì un vero e proprio modello di stato profilattico ante litteram, in grado di conciliare interessi economici, autorità politica e tutela della salute.

La mostra: fra documenti storici e intelligenza artificiale

La mostra curata dalla Fondazione Cini, in collaborazione con l’Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano (che celebra i suoi 70 anni), espone testi, libri rari, disegni, incisioni: documenti che, per lungo tempo, sono rimasti patrimonio esclusivo degli studiosi. Oggi questo patrimonio diventa leggibile anche per un pubblico più ampio, grazie anche alla mediazione multimediale dello studio CamerAnebbia, che ha realizzato una video-installazione interattiva: una Venezia storica da esplorare virtualmente, tra mappe animate e ricostruzioni tridimensionali. I materiali digitalizzati, arricchiti dai dati storici del progetto Venice Long Data, permettono così di passare dalla storia generale a quella individuale: grazie all’intelligenza artificiale generativa i frammenti d’archivio danno voce ai cittadini veneziani del passato, travolti dall’incubo della peste. Il progetto ha l’obiettivo di restituire una dimensione umana e narrativa a ciò che spesso resta confinato nella statistica.

Epidemia e società: una lezione politica

Uno degli aspetti più interessanti dell’allestimento è la sua capacità di evidenziare la natura politica e culturale della risposta sanitaria veneziana. Come sottolinea Daniele Franco, direttore scientifico della Fondazione Giorgio Cini, le epidemie rappresentano un banco di prova per ogni sistema sociale e istituzionale. La Serenissima seppe rispondere con una strategia multilivello: non solo misure tecniche e amministrative, ma anche una mobilitazione morale, religiosa e comunitaria. Le confraternite, le magistrature, la popolazione stessa cooperavano in nome della salute collettiva. E i segni materiali di quella coesione sono visibili ancora oggi, nella monumentalità delle chiese votive come il Redentore e la Salute, nate dal bisogno di esorcizzare il male con la fede e la bellezza.

Un messaggio per il presente

In un presente segnato dall’esperienza recente del COVID-19, la mostra Venezia e le epidemie non è solo un esercizio di memoria. È un invito a rileggere il passato come laboratorio di soluzioni, a comprendere che la lotta contro il contagio è sempre anche una questione di equilibrio tra libertà individuale, bene comune, trasparenza istituzionale e fiducia pubblica.

Nel corso del 2025, questi temi saranno approfonditi attraverso un ricco programma di eventi all’interno del progetto “Democrazia e pandemie”, con convegni, concerti e incontri, tra cui un importante simposio internazionale previsto per il 17 ottobre.

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