Pronostici rispettati e un guizzo di sorpresa, che arriva in ex aequo.
Andrea Bajani, Nadia Terranova, Elisabetta Rasy, Paolo Nori e Michele Ruol sono i cinque finalisti che si contenderanno il Premio Strega 2025.
Gli Amici della domenica, gli istituti italiani di cultura, le scuole, le università, i circoli di lettura hanno scelto. E al Teatro romano di Benevento hanno proclamato, tra i 12 libri selezionati dal Comitato direttivo del Premio, la cinquina finale:
Andrea Bajani, autore del romanzo "L'anniversario", edito da Feltrinelli, ha ottenuto 280 voti;
Nadia Terranova, "Quello che so di te", Guanda, con 226;
Elisabetta Rasy, "Perduto è questo mare", Rizzoli 205;
Paolo Nori, "Chiudo la porta e urlo", Mondadori 180;
Michele Ruol, "Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia", TerraRossa, 180.
Procede dunque il cammino del romanzo di Andrea Bajani, che si è già aggiudicato il Premio Strega Giovani assegnato dalle scuole. "L'anniversario", dieci anni d'addio dalla famiglia d'origine, è la storia di un inferno domestico, "di un bambino-ragazzino-adulto che vive pensando che sia normale la paura come habitat domestico", finché non scopre -sostenuto da una scrittura cristallina - che "la famiglia è un legame come tanti altri, se non funziona si può interrompere", ha detto lo scrittore. Feltrinelli punta ora tutto su di lui: l'ultima volta, nel 2023, la vittoria era sfuggita per un soffio, quando “Come d’aria”, edito da Elliot, testamento letterario di Ada D’Adamo scomparsa pochi mesi prima, aveva strappato la vittoria a Rosella Postorino e al suo romanzo “Mi limitavo ad amare te”.
Pronostici rispettati anche per Nadia Terranova: "Quello che so di te", viaggio alla riscoperta di Venera, internata al Mandalari di Messina, emoziona. E solleva un lembo di una storia non solo individuale, come ha spiegato la scrittrice: "Carceri e manicomi sono la nostra falsa coscienza. Questa non è un pezzo solo della mia storia genetica e del mio immaginario, la cartella clinica della mia bisnonna è un pezzo di storia di tutti". Nadia Terranova è già entrata nella cinquina dello Strega nel 2019, con "Addio Fantasmi". Quell'anno il Premio, però, fu vinto da Antonio Scurati, con "M. Il figlio del secolo" (Bompiani): l’ascesa al potere di Mussolini, che inaugurava la serie di romanzi sul fascismo, da subito era stato accompagnato da grande attenzione e vendite importanti.
Una conferma è pure l'ingresso in cinquina di Elisabetta Rasy. Anche lei, in passato, è entrata tra i primi cinque: nel 1995 con "Ritratti di signora" (Rizzoli). Il suo romanzo, "Perduto è questo mare", ripercorre la ricerca di un padre "sognatore, allegro, sventato, inconcludente, evanescente" in modo parallelo al ritratto di un amico famoso, lo scrittore Raffaele La Capria: tra echi dal mondo classico e lo scenario di un tempo difficile.
È stato il linguista Giuseppe Antonelli a proporre Paolo Nori con "Chiudo la porta e urlo". Un gioco di specchi tra lo studioso di letteratura russa e una sua grande passione, un poeta di Sant'Arcangelo di Romagna, da riscoprire: Raffaele Baldini, perché in lui "c’è l’orrore e la meraviglia delle nostre vite", ha detto.
La sorpresa si chiama Michele Ruol, è un medico anestesista prima che scrittore, anche se autori di apprezzati testi per il teatro e di racconti. "Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia", il suo esordio in narrativa, è stato voluto allo Strega da Walter Veltroni e racconta un incendio, una deflagrazione, attraverso le cose, gli spazi, i movimenti. Perché le cose addensano storie, emozioni, e speranze.
Tra i più delusi, i sostenitori di Wanda Marasco, con il romanzo "Di spalle a questo mondo" edito da Neri Pozza: la sua lingua inconfondibile, il cosmopolitismo di Napoli, gli indimenticabili protagonisti della sua storia -Ferdinando Palasciano, la moglie Olga, il mondo di artisti che si ritrova tra le strade e il manicomio di Napoli -si fermano a 114 voti.
Escluso Giorgio van Straten, con "La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri" (Laterza), sui quali molti erano pronti a scommettere: 159 i voti ottenuti.
La gara si ferma anche per Valerio Aiolli, "Portofino blues" (Voland), 102 voti; Saba Anglana, "La signora Meraviglia" (Sellerio Editore), 145 voti; Elvio Carrieri, "Poveri a noi" (Ventanas), 77 voti; Deborah Gambetta, "Incompletezza. Una storia di Kurt Gödel" (Ponte alle Grazie), 93 voti; Renato Martinoni, "Ricordi di suoni e di luci. Storia di un poeta e della sua follia" (Manni), 117 voti.
Hanno espresso le proprie preferenze, tra voti singoli e voti collettivi, 626 votanti su 700 (pari all’89,4% degli aventi diritto): alla giuria dei 400 Amici della domenica si aggiungono come di consueto 245 votanti dall’estero selezionati da 35 Istituti italiani di cultura nel mondo, che esprimono ciascuno 7 giurati tra studiosi, traduttori e appassionati della nostra lingua e letteratura, 25 voti collettivi provenienti da scuole, università̀ e circoli di lettura delle Biblioteche di Roma, 30 voti di lettori forti scelti nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria.
"Cercare di capire che cosa sta succedendo ogni anno nella letteratura italiana" è l'impegno dello Strega, ha detto la scrittrice Melania Mazzucco: scartare, valorizzare. E accendere i riflettori, magari, su voci inedite: è questo, ancora una volta, il segno di vitalità del Premio. Barometro di gusti e di tendenze: quest'anno più che mai sono i temi della follia e della famiglia i più ricorrenti: "Le famiglie tradizionali sono soffocanti e avvelenate da segreti, con genitori inadeguati, quando non nocivi o deleteri", aveva messo in guardia la stessa Mazzucco, presidente del Comitato direttivo dello Strega, di fronte agli 81 libri candidati.
L'appuntamento è al 3 luglio al Ninfeo del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia. Ma prima comincia un tour in 18 tappe, di cui una all’estero, il 17 giugno, presso l’Istituto Italiano di Cultura a Varsavia e un silent book party, Abracabook, organizzato dalla Scuola Holden il 2 luglio, nel giardino del Museo MAXXI a Roma. Donatella Di PIetrantonio, vincitrice dello Strega 2024, l'ha detto chiaramente: "Ci vuole un fisico bestiale. Io non ce l'avevo, me lo sono inventato".