Anno di grazia 2000. Oltre al cambio di secolo, di millennio e, col senno di poi, di epoca, avvenivano anche cose di musica, certo non paragonabili a eventi di così vasta portata planetaria, ma che nell’ambito del fiorito giardino della musica italiana hanno avuto un significato. Molte circostanze concorsero a fare de “La descrizione di un attimo” dei Tiromancino guidati da Federico Zampaglione un album fondamentale. Da una parte l’ingresso nella band di Riccardo Sinigallia come autore e produttore, poi l’approdo a Sanremo con uno dei brani più belli , “Strade”, la vena fertile dell’ispirazione che è sottotraccia a tutto il disco, l’intreccio tra un costante sottofondo onirico e un gusto melodico di derivazione indie, in una fascinosa intercapedine tra acustico ed elettronico. Altra ragione che lo rende così attraente è nell’essere la migliore incarnazione di un momento felice della scena romana che nel 2000 era all’apice, e questa sensazione si respira tutto intorno all’album, si percepisce una forza che era anche quella di un movimento. Memorabile il videoclip della title-track diretto da Frankie Hi Nrg con Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi nei panni di Tarzan e Jane nella versione che ne offrirono Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Per non dire del moltiplicatore offerto dal film “Le fate ignoranti” di Ferzen Ozpetek che inserì il pezzo “Due destini” nella colonna sonora. Venticinque anni dopo Zampaglione ha deciso di proporre una riedizione speciale del disco, e un tour che girerà l’Italia a ricordare quel momento della canzone italiana in cui sogni elettrici e nuove melodie stavano mostrando una nuova possibile via generata dal rock, una via che purtroppo è andata esaurendosi, producendo il singolare effetto di ripensare a quel disco come apice di un periodo ma anche come una sorta di canto del cigno di certe ambizioni artistiche legate alla canzone. In quel momento non lo sapevamo ma all’orizzonte si profilava davvero un nuovo mondo, una rivoluzione che oggi invade e devasta la pratica musicale. Zampaglione è uno di quelli che in questi giorni ha denunciato il sistema alterato dei concerti, altri artisti cominciano a protestare per la politica distruttiva della distribuzione musicale che ruota intorno allo streaming. E allora fa bene riascoltare un buon disco costruito su quello che dovrebbe essere il giusto equilibrio tra arte e desiderio di popolarità, tra urgenza espressiva e numeri. Questo equilibrio è saltato, e allora approfittiamo di un anniversario. “La descrizione di un attimo” è un viaggio in un mondo dove si cerca di fare belle canzoni per la propria e altrui soddisfazione. Ovvio? Dovrebbe, ma oggi non lo è più tanto.
UP & DOWN
È uscito “Mentre Los Angeles brucia”, il nuovo disco di Fabri Fibra, e va sentito tutto, dall’inizio alla fine. È un disco pieno di verità, spietato, brutale, che fa un gran bel lavoro di scavo nelle canzoni del passato per trovare nuove ragioni a vecchie ispirazioni. Insomma, un bel disco dei nostri tempi.
La band irlandese Kneecap è talmente fuori di testa, con proclami che si spingono a inneggiare ai terroristi e augurare la morte ai conservatori, da aver scomodato addirittura il primo ministro inglese Keir Starmer, il quale ha dichiarato che la loro presenza al festival di Glastonbury è quantomeno inopportuna.