La protesta ad Atlanta per difendere la foresta dalla polizia

Un attivista ucciso, oppositori colpiti: succede nella città americana dove si sta costruendo Cop City, una struttura militare pagata con soldi pubblici, dove ci sono alberi ed ecosistemi da tutelare

"La piante stanno agli ecosistemi, come i rivoluzionari stanno alla società». Così recita un lavoro di Andrea Conte (Andreco) del 2017. Nella sua analisi, il ruolo fondamentale delle piante nella depurazione degli inquinanti e nel ripristino degli ecosistemi danneggiati può essere equiparato al ruolo dei rivoluzionari in società liberticide.

 

Nella primavera del 2021, la città di Atlanta ha affittato 154 ettari della foresta Weelaunee alla Atlanta police foundation (Apf) per la costruzione di una struttura militare di polizia detta Cop city. Il progetto prevede la più grande centro d’addestramento della polizia negli Stati Uniti e si situa nella foresta Weelaunee, terra della popolazione indigena Muscogee.

 

Weelaunee ha la più alta percentuale di chiome di alberi di qualsiasi altra grande area metropolitana negli Stati Uniti, le quali garantiscono la resilienza di Atlanta contro i cambiamenti climatici. Ospita zone umide che filtrano l’acqua piovana e prevengono le inondazioni. È anche una delle ultime zone di riproduzione per molti anfibi della regione e un importante sito di migrazione per gli uccelli trampolieri.

 

Il progetto includerebbe una “città” per esercitarsi nella guerra urbana, decine di poligoni di tiro e una piattaforma di atterraggio per elicotteri Black Hawk. È finanziato con più di 60 milioni di dollari da multinazionali e con più di 30 milioni dei contribuenti.

 

L’Apf ha mentito e mancato di trasparenza durante l’intero processo. Nello specifico ha rifiutato di rendere pubblici gli sponsor, nonostante le richieste dei membri del consiglio comunale. Ha inoltre ostacolato il coinvolgimento della società civile nelle fasi preliminari e ha affermato che il sito del progetto è «caratterizzato da una scarsa copertura arborea», quando invece ci sono alberi che hanno più di 300 anni e molte specie autoctone che prosperano.

 

L’Apf si è inoltre rifiutata di rendere pubblici i rapporti di valutazione ambientale e ha mentito sulla loro esistenza. Al momento sono due gli appaltatori che grazie alle pressioni, locali e nazionali, hanno rinunciato a portare avanti Cop city.

 

Il 18 gennaio 2023, durante un raid, la polizia ha ucciso l’attivista “Tortuguita”, segnando così il primo omicidio di un attivista climatico da parte della polizia negli Stati Uniti. Durante i raid, le forze dell’ordine hanno colpito con dei proiettili urticanti i difensori della foreste che si erano arrampicati e legati agli alberi per evitarne l’abbattimento.

 

In luoghi di resistenza come la foresta di Atlanta la compenetrazione delle lotte è particolarmente visibile: difendere la foresta significa anche agire contro i processi di gentrificazione, contro la militarizzazione dei territori e contro la brutalità e il razzismo delle forze dell’ordine. Come mi ha raccontato X., il movimento sa che, «nonostante la perdita di un difensore della foresta, nonostante tutta la violenza che quel luogo ha visto finora, la foresta si sanerà e rimarrà foresta».

 

Ad oggi, 42 attivisti ricondotti al movimento autonomo “Defend Atlanta Forest” sono stati accusati di terrorismo interno e 61 di qualcosa di paragonabile alla nostra associazione a delinquere (Rico act). Nonostante l’intensificarsi della repressione nei confronti di chi difende la foresta, vari gruppi autonomi si sono organizzati in giro per il Paese contro Cop city.

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