I giudici presentano il conto al senatore Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita accusato dalla Procura di Roma di essersi appropriato indebitamente di oltre 22 milioni del disciolto partito. Nei giorni scorsi Lusi ha ricevuto l’invito a dedurre della Procura regionale per il Lazio della Corte dei Conti, vale a dire l’avviso di garanzia con l’indicazione delle contestazioni di danno erariale a lui mosse e l’invito a presentare le proprie deduzioni ed eventuali documenti a propria discolpa. Atto che prelude all’avvio del processo amministrativo-contabile.
Secondo quanto si apprende, le contestazioni ricalcano quelle del procedimento penale. A Lusi è contestato quindi, per ora, un danno erariale di circa 22 milioni. Oggi il senatore, che è assistito dagli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, si sarebbe dovuto presentare davanti ai magistrati contabili per essere ascoltato, ma l'audizione è stata rinviata a dicembre. Nel frattempo il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Stefano Pesci hanno chiesto il rinvio a giudizio del senatore e degli altri indagati: la moglie di origine canadese Giovanna Petricone, i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio, e Diana Ferri, ex amministratrice della TTT, la società utilizzata per drenare la parte più cospicua dei fondi, poi investiti in una serie di immobili, tra cui la casa di via Monserrato, al centro di Roma, e la faraonica villa a Genzano.
L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata «a commettere un numero indeterminato di delitti di appropriazione indebita, fraudolenta intestazione di valori ed altri illeciti strumentali tesi a realizzare una serie indeterminata e sistematica di sottrazioni di risorse dai conti dell'associazione Democrazia e Libertà-La Margherita».