Nella fabbrica di Kragujevac i lavoratori prendono 320 euro al mese e lamentano la totale 'mancanza di rispetto' da parte dei capi italiani. In diversi reparti la tensione è altissima e aumentano i casi di sabotaggio

«Senza maggiore rispetto verso gli operai serbi, l'inserimento di qualche capo-reparto locale al posto degli italiani e aumenti salariali, temo che questo incidente non sarà l'ultimo. E neppure il meno grave».

Parla Zoran Mihajlovic, numero due dell'Unione dei sindacati indipendenti, dopo che nella fabbrica Fiat di Kragujevac i lavoratori hanno danneggiato una trentina di 500L. Col cacciative hanno tracciato sulla carrozzeria scritte come: "Italiani tornate a casa" e "aumentateci lo stipendio".

L'episodio arriva al culmine di tensioni crescenti tra azienda e tute blu. Il sindacato, di solito benevolo verso l'azienda, stavolta alza la voce: «Quanto accaduto non si può giustificare, ma a volte in fabbrica si registra un trattamento degradante verso operai già sotto forte pressione fisica e psichica a causa dei ritmi serrati di produzione».

Nella fabbrica lavorano 2.400 tute blu pagate in media 320 euro netti, cifre inferiori al salario medio. La responsabile delle relazioni esterne dell'azienda Aleksandra Rankovic si trincera dietro un «no comment».

Nata da una joint-venture tra il Lingotto e il governo di Belgrado, nella "Mirafiori serba", saranno prodotte quest'anno tra le 110 e le 150 mila 500L.