Prima dell'acquisto di Antonveneta l'ex presidente comunicò la notizia al sindaco e al presidente della provincia di Siena, oltre che a un banchiere di JP Morgan

Mussari e quella soffiata ai politici

Nove persone e due banche. È questo il conto degli indagati nell'inchiesta sull'acquisizione della Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena, come emerge dall'avviso di chiusura delle indagini depositato dai pm senesi. Tra i manager dell'istituto spiccano l'ex presidente Giuseppe Mussari e l'ex direttore generale Antonio Vigni, ai quali vengono contestati diversi reati, tra i quali la manipolazione dei mercati e l'ostacolo alle attività di vigilanza.

Le banche indagate sono ovviamente il Monte, oltre all'americana JP Morgan, i cui dirigenti non hanno comunicato alla Banca d'Italia tutti i termini dei contratti serviti all'istituto senese per abbellire i propri bilanci. C'è anche un primo episodio che tocca la politica. Tra gli altri reati ipotizzati dai magistrati, Mussari è infatti indagato per abuso di informazioni privilegiate. L'episodio risale all'8 novembre 2007, quando Mussari «comunicava, al di fuori del normale esercizio della professione» la notizia dell'acquisto di Antonveneta a Maurizio Cenni e a Fabio Ceccherini all'epoca rispettivamente sindaco e presidente della provincia di Siena.

Cenni e Ceccherini erano due personaggi chiave per gli assetti di potere senesi, visto che il Comune e la Provincia nominavano i vertici della Fondazione Mps, azionista di controllo della banca. Lo stesso reato Mussari l'avrebbe compiuto anche comunicando l'informazione privilegiata a Enrico Bombieri, un banchiere di JP Morgan.

Va ricordato che il reato di insider trading si concretizza già semplicemente con la semplice comunicazione delle informazioni riservate, a prescindere da come queste vengono poi utilizzate dal confidente.

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