Pubblicità

Pure Marchionne sotto tiro

MARCHIONNE
MARCHIONNE

Le prime indiscrezioni su una verifica fiscale individuale avviata dalla Guardia di Finanza nei confronti dell'amministratore delegato del gruppo Fiat-Chrysler

MARCHIONNE
Per iniziare una verifica fiscale su Sergio Marchionne, come individuo, le Fiamme Gialle gli hanno dato un nome in codice, “soggetto itinerante”: un po’ come gli uomini della sicurezza Usa definiscono “the traveller”, il “viaggiatore”, il loro presidente. E viaggiatore, indefesso, è l’amministratore delegato della FCA, nata dalla fusione tra Fiat e Chrysler. ?Una volta si trova a Torino, dove dispone di un appartamento, un’altra a Detroit, quartier generale della Chrysler, un’altra ancora dove tiene una delle sue tante conferenze, come a Zurigo, dove tempo fa è stato “speaker” a un pranzo della Camera di Commercio Svizzero-Americana, per parlare ?di “Leadership e cambiamento”.

Del resto nella Confederazione elvetica Marchionne ci abita ufficialmente. Ha la residenza nel cantone a tassazione molto compiacente di Zug, ricco di un “parterre” di 26 mila “esuli fiscali”. ?E qui la rivista “Bilanz” gli ha fatto i conti in tasca la scorsa settimana: piazzando il manager italo-canadese al 265° posto nella classifica dei 300 super ricchi della Svizzera. Patrimonio stimato: circa 300 milioni di euro.

Ora anche gli occhi della Guardia di Finanza si sono posati su Marchionne. Ed è successo molto prima della provocazione lanciata contro di lui da Diego Della Valle: «Furbetto cosmopolita». E poi l’invito: «Paga le tasse personali in Italia, dove le pagano i lavoratori della Fiat». Perché una verifica del genere vada in porto, però, i calcoli devono essere precisi al cento per cento: quanti giorni passa in Italia il big della FCA?

La domanda ha un significato tecnico: se Marchionne trascorresse nel nostro Paese la metà dell’anno più 24 ore, cioè almeno 183 giorni, allora la sua residenza elvetica potrebbe essere considerata fittizia. Questa è la legge del fisco italiano, che vale in numerosi Paesi. Se viene violata, crea vertenze milionarie con l’Agenzia delle entrate, come sa bene l’asso della moto Valentino Rossi. E così la Finanza si è messa a controllare tutte le presenze di Marchionne nella Penisola e a ricostruire i suoi movimenti degli ultimi anni. Caso complicato: il manager italo-canadese ha molti incarichi (è perfino amministratore della Philip Morris) ed è in perenne movimento. E c’è un altro problema.

Quando resta soltanto poche ore a Torino alla Fiat, questa quota quanto vale? Perché sia considerata un giorno occorrono proprio 24 ore piene. Insomma, il “monte ore” è un esercizio aritmetico complesso. Esiste comunque ?un metodo sicuro per censire l’arrivo di Marchionne: i movimenti in Italia con la sua scorta. Si tratta di spostamenti controllati al minuto. Ma almeno finora quel tetto dei 183 giorni in 12 mesi non sarebbe mai stato raggiunto. Anche se di poco. In un anno sarebbe stato addirittura sfiorato. Marchionne però ha saputo fermare l’orologio delle presenze un po’ prima. Questione di giorni. Dunque, dovrebbe restare svizzero. A meno che la Guardia ?di Finanza non valorizzi altri indizi, che però contano solo se sommati tutti insieme: ?dalla titolarità di una partita Iva alla rappresentanza legale di una società.

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità