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Stop al segreto bancario, le banche svizzere vogliono la 'buonuscita'

L'assemblea generale di Credit Suisse
L'assemblea generale di Credit Suisse

Negli ultimi mesi i gruppi elvetici avvisano i clienti stranieri, italiani compresi, che devono mettersi in regola attraverso procedure come ?la “voluntary disclosure”. Ma si scopre che gli istituti, per il ritorno alla legalità, richiedono diverse migliaia di euro. Giustificandoli come “rimborsi spese”

L'assemblea generale di Credit Suisse
I colossi bancari Ubs e Credit Suisse hanno subito pesantissime incriminazioni negli Stati Uniti
e in Germania con l’accusa di aver organizzato evasioni fiscali miliardarie. Che per decenni hanno garantito ?agli istituti elvetici ricchissime commissioni. Con la crisi, la festa ?è finita: franato il muro del segreto bancario, negli ultimi mesi i gruppi elvetici avvisano i clienti stranieri, italiani compresi, che devono mettersi in regola attraverso procedure come ?la “voluntary disclosure”.

Ma ora si scopre che le stesse banche svizzere stanno chiedendo una specie ?di buonuscita anche per il ritorno ?alla legalità: diverse migliaia di euro, giustificati come “rimborsi spese” per fotocopiare e trasmettere i documenti indispensabili per valutare se ?auto-denunciare quei conti esteri.
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10/6/2015

Credit Suisse, nelle lettere di cui “l’Espresso” ha copia, chiede un fisso di mille euro e altri 600 per ogni anno di attività del conto. Ubs reclama cifre comprese tra 5 e 10 mila franchi svizzeri, senza specificare come ha calcolato la tariffa. Al cliente viene prospettato un aut-aut: per evitare questa specie di dazio, può fare la disclosure attraverso i consulenti della banca, anziché i propri commercialisti italiani, ma a quel punto deve pagare una lauta parcella ai professionisti svizzeri.

Secondo i dati dell’ultimo scudo fiscale targato Tremonti, fino al 2010 le banche elvetiche custodivano oltre 71 miliardi di euro accumulati da 105 mila evasori italiani. Ipotizzando che nel 2015 ogni colosso bancario fornisca i documenti per la disclosure a diecimila clienti, l’incasso delle sole “spese tecniche” di chiusura dei conti sarebbe di oltre 50 milioni di euro. L’ultimo brindisi dopo la sbornia.

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