Dagli analisti vengono messaggi incoraggianti: gli shock finanziari recenti servono a “ripulire” il mercato dalle quotazioni troppo alte e irrealistiche di alcuni titoli, e anche a offrire l'opportunità per posizionarsi sui titoli più promettenti a livelli più abbordabili
di Paola Pilati
7 settembre 2015
borsa, mercati, finanzaIl peggior agosto degli ultimi anni si può considerare archiviato? In altri termini: il terremoto che ha sconvolto i mercati in tutti i paesi del globo è stato solo un aggiustamento oppure è l'inizio di una nuova fase calante, di cui abbiamo avuto solo un assaggio? Dalla maggioranza degli analisti vengono messaggi incoraggianti, che anzi puntano a sottolineare che sono proprio questi gli shock che servono a “ripulire” il mercato dalle quotazioni troppo alte e irrealistiche di alcuni titoli, e anche a offrire l'opportunità per posizionarsi sui titoli più promettenti a livelli più abbordabili.
Tanto per fare chiarezza, e non farsi prendere dal panico, conviene avere presenti alcuni punti fermi: nonostante il ciclone di agosto, l'andamento dell'anno non si può considerare negativo.
Viene in aiuto uno specchietto di Banca Generali che riporto qui sotto nelle sue indicazioni essenziali; alla fine di agosto, rispetto a inizio anno, la situazione è la seguente:
l'indice azionario europeo DJ Euro Stoxx 50 guadagna il 3,9% l'indice azionario italiano FTSE Mib è aumentato del 15% l'indice azionario Usa SP 500, in euro, registra un incremento del 3,5% l'indice azionario giapponese Nikkei 225, in euro, registra un progresso dell'11%
in calo le Borse dei paesi emergenti (in euro): Cina stabile, Hong Kong -2%, India -3%, Brasile -26%.
L'euro si è indebolito del 6% rispetto al dollaro americano, passando da 1,21a 1,13. Il calo dell'euro si è registrato anche nei confronti dello Yen, della Sterlina e del Franco Svizzero.
L'oro scende di circa il 3,5%, ma in euro si apprezza del 3,6%, per la rivalutazione del USD.
L'indice delle materie prime CRB registra una diminuzione del 12 %, - 5 % in euro.
Il prezzo del petrolio WTI Crude Oil Future cala del 18 %, - 12 % in euro.
Sostanzialmente stabili o negativi i mercati obbligazionari dall'inizio dell'anno: i titoli di stato tedeschi rendono: - 0,2 % fino a 2 anni, 0,14 % a 5 anni, 0,8 % a 10 anni. i titoli di stato italiani rendono: 0,2 % a 2 anni, 0,9 % a 5 anni, 1,95 % a 10 anni.
Le principali e più liquide obbligazioni societarie in euro, di emittenti “investment grade”, sono mediamente negative di oltre l'1 % dall'inizio dell'anno e ad oggi registrano un rendimento medio a scadenza dell’1,1 %, con una scadenza media di oltre 5 anni.
Dunque di qui ai prossimi mesi come conviene muoversi?
Se si vuole reagire alla malattia del “shortermismo” che caratterizza questi tempi, cioè alla tendenza a guardare a un ritorno economico a breve termine, ci sono cinque consigli che vengono a Ubs. Invece di cercare il mordi e fuggi, dicono i soloni della banca svizzera, bisognerebbe ricominciare a guardare lontano. E investire sul lungo termine, resistendo alla voglia pazza del rendimento veloce ma fugace. Insomma, per la montagna di liquidità che vaga senza pace sui mercati, provocando sconquassi come le bombe d'acqua dei temporali estivi, servirebbe una bella cura di lungimiranza. E capacità di attesa.
Su che cosa dunque consiglia di puntare Ubs? I “five for the future” sono i seguenti: l'elaborazione e la trasmissione dati; l'istruzione; la protezione e la sicurezza dei dati; la tecnologia delle batterie; lo sviluppo dell'industria farmaceutica e l'accesso alle cure.
Vediamoli uno per uno.
L'elaborazione e la trasmissione dei dati. Nei prossimi 5 anni l'universo digitale si espanderà a 44 trilioni di gigabytes, il che vuol dire una crescita di 50 volte in dieci anni. Questo boom richiederà un investimento monstre in infrastrutture nei paesi meno sviluppati che Kpmg stima pari a un trilione di dollari nei prossimi cinque anni. Ma vuol dire anche investire in miglioramenti nella memoria dei chip, che devono essere sempre più veloci e performanti.
L'istruzione. Sia il mondo dei paesi più avanzati che quello dei paesi più arretrati si trova di fronte alla sfida della diffusione della tecnologia: quest'ultima fa fuori la bassa manovalanza che viene dal mondo meno sviluppato ma spiazza anche generazioni di giovani istruiti ma con capacità non allineate alle nuove competenze richieste. La diffusione di corsi online può aiutare a colmare il gap.
La sicurezza dei dati. Il passaggio sempre più veloce dal mondo fisico al mondo digitale ha cambiato il volto di tante attività, dalla musica ai servizi finanziari. Ma aumentano anche i cyber-attacchi: nel 2014 sono cresciuti del 50 per cento nel mondo, e si stima che la spesa globale per difendersi dalla pirateria informatica sia sui 400 miliardi di dollari all'anno (fonte: Center for Strategic and International Studies e McAfee). I servizi necessari in questo settore raddoppieranno nei prossimi sette anni, sostiene Ubs.
La tecnologia per accumulare energia. Oggi la produzione di energia da fonti naturali non ha ancora raggiunto la cosiddetta “grid parity”, cioè costa ancora di più dell'energia da fonti fossili, eppure il suo prezzo è sceso moltissimo: sviluppando la tecnologia per i sistemi di accumulazione di questa energia, si avrebbe una vera rivoluzione in molti settori industriali, dai servizi, ai trasporti ai produttori di auto.
La ricerca di nuove cure. Il caso Ebola ha dimostrato che non c'è interesse a produrre medicine per malattie che affliggono molti paesi emergenti perché non c'è un adeguato ritorno economico. La società farmaceutiche badano soprattutto al lucro immediato, i loro manager sono pressati dagli azionisti a portare risultati immediati, laddove servirebbe invece un investimento più a lungo termine, un finanziamento del segmento più rischioso del processo di sviluppo di un farmaco. Ne beneficerebbe alla fine non solo la società ma la stessa azienda.
Potrebbero essere spunti interessanti per rivedere l'allocazione dei propri investimenti in questa nuova partenza.