Ma più in generale Varoufakis aveva messo in guardia dal possibile processo di dissoluzione della Ue, denunciando gli effetti delle regole ?di Bruxelles e dell’architettura della sua moneta. Lasciato il governo, Varoufakis ?si è impegnato nella creazione di un movimento di sinistra europeo (Diem25) ?e nella stesura di un robusto saggio ?di geopolitica monetaria in uscita il 27 ottobre con il titolo "I deboli sono destinati a soffrire?" (La nave di Teseo, 338 pagine, 20 euro).
La tesi del libro è che gli squilibri sociali (e tra Paesi) che oggi dilaniano l’Europa hanno radici che risalgono almeno al 1971: l’anno in cui Nixon pose fine agli accordi di Bretton Woods, che ?dal 1944 regolavano l’ordine valutario mondiale imperniandolo sul dollaro e sulla sua convertibilità in oro.

Il risultato è il paradosso attuale: la moneta che doveva unire l’Europa l’ha invece divisa ancora di più, sia per ceti sociali all’interno di ogni Paese sia tra Stati, i cui interessi divergono e nei quali la valuta unica ?ha creato effetti diversi, compresa ?la svalutazione del lavoro come unico modo per salvare l’export non potendo ?più svalutare la moneta. Il saggio ?di Varoufakis non va alla ricerca di "poteri forti" nascosti dietro le tende, anzi fa nomi e cognomi dei politici (vivi o defunti) che secondo lui hanno causato il tracollo.
Non mancano pagine sull’Italia, in particolare sulla crisi del 2011, sulla caduta del governo Berlusconi, sul ruolo ?di Mario Monti e su quello successivo di Mario Draghi. Nell’appendice del saggio, le proposte politiche ed economiche dell’ex ministro, nonostante tutto ?un europeista convinto.