Diritti delle donne

No, la parità di genere in Italia non è vicina. E i dati parlano chiaro

di Chiara Sgreccia   13 novembre 2023

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Il nostro Paese è 79esimo su 146 per quanto riguarda il divario di condizione tra uomini e donne. E abbiamo perso 16 posizioni in un anno. A peggiorare la situazione c'è anche l'emergenza della violenza sulle donne. Il cui contrasto è ora al centro di un'iniziativa di Tim e DonneXStrada con i Punti Viola

«Sapete che mi succede spesso? Che le persone mi dicono che ormai le donne sono ovunque. Che il problema della parità di genere è risolto». Così Azzurra Rinaldi, economista, scrittrice e cofondatrice di Equonomics, apre l’evento «La parità non può aspettare», che fa parte della maratona organizzata da Tim, 4 Weeks 4 Inclusion, per costruire una società più equa e inclusiva.«Ci sono sicuramente dei miglioramenti ma siamo molto lontani dall’uguaglianza».

 

A testimoniarlo tantissimi dati che Rinaldi cita in fila, uno dopo l’altro, per offrire uno spaccato del mondo che forse in pochi conoscono in maniera così approfondita: «Se le cose non cambiano, ci vorranno ancora 300 anni per raggiungere la parità di genere», ha ricordato lo scorso 8 marzo il segretario dell’Onu Antonio Guterres. Tra i fattori che allargano il gap c’è la disparità salariale: nel settore privato ogni donna guadagna circa 8 mila euro in meno di un uomo ogni anno. Il divario occupazionale, la dipendenza economica, la violenza di genere. «Se stringiamo il focus sull’Italia - continua Rinaldi - ci rendiamo conto che il nostro paese è in 79° posizione su 146 per parità di genere, secondo Global gender gap report del World economic forum. Abbiamo perso 16 posizioni in un solo anno, il 2022. Due donne, Meloni e Schlein, a capo del governo e dell’opposizione ci potrebbero far pensare che si cresciuto il numero delle rappresentati politiche: no. Non è così: erano il 10 per cento nel 1995. Sono il 10 per cento ancora oggi». 

I dati
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Rinaldi spiega che è fondamentale avere coscienza della realtà della situazione, non per scoraggiarsi e immobilizzarsi. Ma per agire subito. Ognuno secondo le proprie competenze e disponibilità, per decostruire un dinamica sistemica che costringe le donne a adattarsi a un mondo non a loro misura. Di cui la violenza di genere è la più terribile manifestazione. «Esiste un trend su tik tok», racconta la giornalista Corinna de Cesare, durante un monologo da cui è emersa la normalizzazione del sessismo e le sue conseguenze sulla vita quotidiana delle donne, «in cui le ragazze descrivono che cosa farebbero se per 24 ore gli uomini sparissero: “Uscirei in strada di notte, ballando per la città senza la paura di morire”. “Mi vestirei come voglio e mi sentirei sicura”. “Ascolterei la musica con entrambe le cuffiette nelle orecchie”, dicono le adolescenti. Magari fossero tanti uomini a combattere con noi la violenza sulle donne. Viviamo paese in cui rimandiamo le soluzioni a futuro ideale. Ma un futuro ideale non esiste. Dobbiamo fare conti con il presente», ricorda De Cesare. 

Tim_ paritàdigenere

Il fatto che la violenza di genere sia normalizzata non significa che sia normale. Così, proprio per contrastarla, anche Tim scende in campo a fianco delle donne. Mettendo a disposizione i propri punti vendita, una rete capillare di circa 200 negozi su tutto il territorio nazionale, anche in luoghi a volte critici come le stazioni, per accelerare la diffusione dei “Punti Viola”. I luoghi sicuri che DonneXStrada, l’associazione no profit per la sicurezza in strada e contro la violenza di genere, sta già portando in tutto il Paese: il personale dei negozi Tim è stato formato e sensibilizzato per prestare una prima assistenza e contribuire a diffondere consapevolezza e strumenti per contrastare la violenza di genere. 

 

«Vogliamo fare leva sulla valenza sociale dei nostri negozi e la loro presenza su tutto il territorio nazionale, dalle strade delle più importanti città italiane, alle stazioni e alle gallerie commerciali. Il progetto favorisce inoltre lo sviluppo di quelle competenze trasversali e relazionali delle nostre persone addette alle vendite che sono necessarie per supportare le persone che possano trovarsi in situazioni di pericolo. Ma vogliamo fare di più: per questo invitiamo anche tutta la rete vendita in franchising a unirsi a questa iniziativa», ha spiegato Marco Sanza, Amministratore Delegato di TIM Retail. 

 

«La collaborazione di Tim nel contrasto alla violenza di genere manifesta l’impegno concreto dell’azienda nel cambiare le cose. Sono entusiasta del loro supporto, è fondamentale per un’associazione non profit come la nostra e per tutta la società: insieme possiamo contribuire a un cambiamento sempre più necessario», ha concluso Laura De Dilectis, fondatrice di DonneXStrada.