Cemento selvaggio

Il cemento di Amazon va sempre bene: così in Veneto si chiude un occhio su consumo del suolo e traffico

di Marco De Vidi   20 maggio 2024

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A Roncade, Treviso, il Comune approva la costruzione di un nuovo polo logistico nonostante l'impatto sul territorio. Mentre la multinazionale fa incetta di aree nell’intera Regione

È inconsueta, per motivazioni di questo tipo, la riconvocazione di un Consiglio comunale. Siamo a Roncade, Comune di 15 mila abitanti nella zona sud della provincia di Treviso, al confine con la città metropolitana di Venezia. In una sera di inizio febbraio si ritorna al voto per approvare la variante che autorizzerà l’edificazione di un enorme polo logistico Amazon, su un’area di oltre 230 mila metri quadrati. Il Consiglio è stato riconvocato dopo che, a fine dicembre, durante la prima votazione, era emersa l’esistenza di legami di parentela tra la sindaca Pieranna Zottarelli (al termine del suo secondo mandato, eletta in una lista civica vicina al centrosinistra) e alcuni proprietari dei terreni interessati dalla variante. Si è deciso così di tornare al voto. La sindaca questa volta si presenta solo per le comunicazioni iniziali, poi si assenta per evitare conflitti d’interesse.

 

Comincia così la discussione. «La sindaca ha mentito», tuona l’opposizione, formata in gran parte da consiglieri vicini alla Lega. «La sindaca deve chiedere scusa», chiosa un altro intervento. La maggioranza, compatta, la difende: «La sindaca è competente, disponibile, corretta. Quest’opera avrà una ricaduta significativa a beneficio di tutta la comunità». Spunta una citazione del filosofo Karl Popper (rintracciabile su Wikipedia), secondo cui «nessuno può evitare di fare errori: la cosa più grande è imparare da essi». Per quasi due ore e mezza la discussione prosegue in un rimpallo di accuse grottesco, con la maggioranza a esprimere solidarietà alla giunta e la minoranza a inscenare un’opposizione appassionata, dopo un silenzio durato tre anni dalla presentazione del progetto. Del resto, manca poco alle elezioni: a giugno si voterà anche qui ed è importante posizionarsi.

 

Infine, viene riepilogato il progetto. L’area interessata era inizialmente destinata ad attività alberghiere, il piano di Amazon ha richiesto di estendere la superficie di quasi il triplo. Viene mostrato un render, con qualche sparuto alberello e un giardino pensile sul tetto che addolcirebbero l’impatto di un capannone lungo più di 300 metri, largo quasi 200 e alto 20. Certo, il traffico potrebbe essere un problema, in un tratto congestionato nella terza provincia più inquinata d’Italia, con le auto dei 1.200 dipendenti e i mezzi per le consegne (con previsioni fino a duemila assunzioni). Ma tanti posti di lavoro, chi lo sa, potrebbero fare comodo anche a chi vive da queste parti. Roncade, dunque, ha avuto fortuna: è stata scelta tra cinque possibili sedi, in virtù della sua vicinanza al casello autostradale sull’A4, e, tra oneri di urbanizzazione e opere accessorie (una pista ciclabile, un nuovo cavalcavia), guadagnerà quasi 7 milioni di euro. Un’offerta irrinunciabile.

 

Del resto, la cementificazione da queste parti è una festa: bipartisan. Era settembre scorso, quando a Roncade veniva inaugurata la nuova sede da 40 mila metri quadrati di un’azienda di materiale elettrico, con luna park, fuochi d’artificio, discoteca fino a tarda notte e strette di mano davanti al gonfalone di San Marco tra la sindaca Zottarelli e il presidente della Regione, Luca Zaia, che si è anche dilettato a preparare delle pizze per gli ospiti (perfetto manuale per qualunque politico che punti a vincere le elezioni superando il 70 per cento di voti). Dall’approvazione della legge per il «contenimento del consumo di suolo» nel 2017, il Veneto è sempre rimasto tra le prime due Regioni per suolo impermeabilizzato, dietro alla Lombardia, arrivando nel 2023 (dati Ispra) all’11,88 per cento di superficie consumata. La legge regionale pone un limite di 9.575 ettari consumabili fino al lontanissimo 2050, ma prevede molte eccezioni, che riguardano per esempio aree industriali «di rilevanza sovracomunale», di cui i centri della logistica fanno parte, mentre in Regione restano più di 9.200 capannoni abbandonati.

 

E si è sfiorata la situazione assurda di un altro polo logistico di proprietà di Amazon, con un’estensione di 500 mila metri quadrati, che avrebbe dovuto sorgere a soli dieci chilometri di distanza da quello di Roncade. Il progetto previsto nel Comune di Casale sul Sile (un territorio fluviale soggetto ad allagamenti in caso di precipitazioni più intense) è stato archiviato perché, a sette anni dall’avvio, non si è trovato un accordo con i proprietari rispetto alla concessione dell’intera area. Archiviazione che non preclude l’approvazione di futuri nuovi progetti, dall’impatto altrettanto enorme. A dire il vero, tanto le amministrazioni pubbliche quanto i privati non appaiono così attenti alla pianificazione: nel 2020 Amazon comprava quello che nelle intenzioni della multinazionale doveva essere il mini-polo di Treviso, ricavato in un’area industriale dismessa e ristrutturata nel 2021. L’estate scorsa, l’azienda lo ha rimesso in vendita, non più interessata all’area.

 

Nel frattempo, a Roncade, si è arrivati al momento della votazione: i consiglieri di opposizione escono dall’aula. La maggioranza vota all’unanimità, con i suoi 13 consiglieri e assessori favorevoli. La variante è approvata: dov’erano i campi (venduti a più di 30 euro al metro quadrato) sorgerà un nuovo, immenso, capannone. Il gigante della logistica ha vinto e appare, almeno per ora, impossibile fermarlo.