Gli scarti della canna da zucchero, mischiati con la sabbia e modellati in forme autoportanti, diventano un nuovo materiale per la bioedilizia

La casetta di pandispagna e zucchero di Hänsel e Gretel fa scuola, non in termini estetici, ma funzionali. Una bioedilizia “dolce” è infatti tra le sperimentazioni dell’istituto Sustainability Research dell’Università di East London che ha sviluppato lo sugarcrete, un materiale da costruzione innovativo. Potere dolcificante e calorie non vengono conteggiate, ma il risparmio d’emissioni sì, con un occhio alla dieta prevista dalla direttiva europea Case Green che punta a ridurre le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e traguardare la neutralità climatica nel 2050.

 

Il nuovo mattone nasce dalla bagassa, lo scarto rimasto dalle fibre di canna da zucchero dopo l’estrazione della linfa. Questo sottoprodotto trova nuova vita unendosi a leganti sabbiosi e minerali con un tempo di indurimento di una settimana, contro i 28 giorni del calcestruzzo, ed è cinque volte più leggero di un blocco di cemento con costi sostanzialmente ridotti ed emissioni inquinanti venti volte inferiori.

 

Gli aspetti positivi non si fermano qui: la canna da zucchero è la coltura più grande al mondo in termini di volume, ogni anno vengono prodotte quasi due miliardi di tonnellate per le raffinerie con il risultato di seicento milioni di tonnellate di bagassa fibrosa. La quantità di scarto disponibile è in grado di sostituire cemento e mattoni, permettendo anche di risparmiare l’alto consumo energetico necessario per produrli. Inoltre, la rapida crescita della pianta tropicale fornisce uno dei mezzi di conversione da CO2 a biomassa tra i più veloci disponibili.

 

Con il supporto di Tate & Lyle Sugars si stanno attivando progetti nei paesi del sud del Pianeta produttori di zucchero che hanno necessità di materiali economici e sostenibili. Il mattone edulcorato ha ottime proprietà meccaniche e acustiche ed è stato testato per la resistenza al fuoco e alla compressione, per la conducibilità termica, la durabilità e la capacità antisismica. Ultimo appunto: la modellazione digitale ha scelto la forma definendola in un parallelepipedo romboide utile a incastrarsi con altri per creare assemblaggi autoportanti come pannelli isolanti e solai.