Le immagini di Giorgia Meloni che crea un ponte diplomatico fra Europa e Stati Uniti possono essere declassate come materiale storico. Nonostante la porta sempre aperta ai negoziati della Commissione europea, il Vecchio Continente ha preparato un elenco di beni, per un valore di 95 miliardi di euro, che colpiscono le importazioni dagli Usa. Lo ha annunciato nel giorno in cui Trump si è detto a un passo dalla definizione di un accordo commerciale con il Regno Unito.
L'Europa, invece, prepara una maxi-lista di contro dazi di 217 pagine, per rispondere alle tariffe “reciproche” e alle imposizioni sull'acciaio e sulle auto annunciate e in parte imposte da Donald Trump su 380 miliardi di euro all'Europa. L'elenco, in consultazione pubblica fino al 10 giugno, include prodotti simbolo dell'export americano: dalle carni bovine al merluzzo dell'Alaska, dai suv e pick-up agli aeromobili legati alla produzione di Boeing. Nel mirino anche gli alcolici, come il Bourbon. Va detto che l'elenco deve prima essere approvato a maggioranza dagli Stati membri, che ne possono richiedere la modifica o la rimodulazione.
A questo si aggiunge l'intenzione di ricorrere al Wto, l'Organizzazione mondiale del Commercio, se gli Stati Uniti non ridurranno i dazi che per ora sono al 10 per cento (al 25 per l'acciaio, l'alluminio e parti automobilistiche) e saliranno al 20 per cento dal 9 luglio, quando scadrà la tregua di 90 giorni concessa da Trump. L'Unione Europea afferma di star usando questi tre mesi per negoziare, "ma ci stiamo preparando anche ad altri scenari". Una posizione morbida quella dell'Ue, che non tocca i servizi – ovvero il cuore delle esportazioni degli Usa verso il vecchio continente – e ulteriormente accondiscendente perché Bruxelles ha già bloccato i contro dazi previsti in risposta a quelli su acciaio e alluminio (introdotti invece dagli Usa) per un valore di 21 miliardi di euro, tra cui le iconiche moto Harley Davidson, pollame e abbigliamento.
Inoltre, già il primo elenco era stato fortemente rivisto al ribasso da alcuni Paesi europei, specialmente Francia, Italia e Irlanda. Ora anche le ultime proposte potrebbero essere modificate al ribasso.