Economia
20 ottobre, 2025L'incremento non scatterà per tutti. L'importo annuo del tetto di reddito per ottenere il beneficio è incrementato di 260 euro
Per le pensioni un aumento ci sarà, ma di appena 20 euro. Siamo nel campo delle informazioni trapelate negli scorsi giorni e poi comunicate, dopo l’approvazione della legge di Bilancio in Consiglio dei ministri, dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Ricorderete le polemiche rispetto ai sei euro dell'anno scorso che peraltro facevano riferimento all'indice di inflazione”, ha affermato l’inquilino di via XX Settembre. Come a dire: rispetto allo scorso anno, quest’anno l’incremento è maggiore.
Chi sperava di ottenere qualcosa in più, però, rimarrà deluso. Come ha spiegato per altro la stessa Giorgia Meloni la manovra è “leggera”. Complicata la “situazione complessiva”, tra aumento delle spese militari e vincoli di bilancio tornati stringenti dopo la sospensione, negli anni scorsi, del Patto di stabilità. In ogni caso, questi 20 euro spetteranno a chi gode dell’importo base di 603,4 euro, cioè chi non ha versato contributi.
Ora, arriva un’ulteriore specificazione. L'aumento delle pensioni per le persone in condizioni disagiate, dal primo gennaio 2026, pari a 20 euro al mese, sarà erogato solo a chi ha un'età pari o superiore a settanta anni, come emerge da una prima bozza della manovra. La norma rimanda alla legge 448 del 2001 che aveva portato le pensioni minime al cosiddetto "milione di lire" al mese solo per gli over 70. L'importo annuo del tetto di reddito per ottenere il beneficio è incrementato di 260 euro.
Al di là degli importi minimi, la manovra stabilisce anche che l’età pensionabile salirà di tre mesi — a 67 anni e tre mesi — ma dal 2027, con l’eccezione dei lavori usuranti. “L’aumento di tre mesi dell’età pensionabile scatterà il primo gennaio 2027 — ha dichiarato Meloni —. Si discuterà nei prossimi mesi di quale sia la soluzione più appropriata, nell'ambito di un contesto demografico che conosciamo bene, con l'obiettivo di conciliare il legittimo desiderio dei lavoratori di andare in pensione, dopo tanti anni di lavoro, e la tenuta complessiva del sistema previdenziale. In ogni caso, il governo continuerà ad avere grande attenzione nei confronti dei lavoratori precoci e che svolgono attività usuranti”.
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