Economia
21 novembre, 2025La Commissione europea contesta al governo italiano l'utilizzo di poteri speciali nel corso della scalata bancaria dell'istituto guidato da Andrea Orcel su Bpm. Già lo scorso luglio i primi dubbi di Bruxelles
La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per l’uso del golden power da parte del governo sulla scalata bancaria di Unicredit a Bpm. L’operazione era stata poi effettivamente stoppata per i poteri speciali messi in campo dall’esecutivo.
“Pur essendo volta a tutelare la sicurezza nazionale e l'ordine pubblico” la normativa sul golden power “per come applicata dalle autorità italiane, rischia di consentire interventi ingiustificati per motivi economici, compromettendo i principi della libertà di stabilimento e della libera circolazione dei capitali nel mercato unico — scrive la Commissione Ue —. Inoltre, la normativa italiana si sovrappone alle competenze esclusive della Banca centrale europea nell'ambito del Meccanismo di vigilanza unico”.
Immediata la replica del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Sulla base delle valutazioni della sentenza risponderemo ai rilievi che ci vengono mossi nelle sedi competenti. Con spirito costruttivo e collaborativo faremo una proposta normativa che farà chiarezza e supererà le obiezioni. Siamo convinti che permetterà di avere un quadro di competenze condiviso”.
L’avvio della procedura d’infrazione non è un fulmine a ciel sereno. Già a luglio la Commissione aveva sollevato, in un parere preliminare, dubbi sul comportamento dell’esecutivo nel mezzo del risiko bancario. “Dopo aver valutato attentamente la risposta dell'Italia, la Commissione conclude in via preliminare che il decreto potrebbe violare l'articolo 21 del Regolamento sulle concentrazioni Ue — aveva spiegato Bruxelles —. La sicurezza pubblica costituisce, tra gli altri, un interesse legittimo ed è esplicitamente menzionata nell'articolo 21, paragrafo 4, del Regolamento sulle concentrazioni Ue. Ma la Commissione ritiene in via preliminare che la giustificazione delle condizioni sia attualmente carente di motivazione e che la Commissione avrebbe probabilmente dovuto riesaminare il decreto prima dell’attuazione”.
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