Economia
6 novembre, 2025L'ultimo giorni di audizioni al Senato sulla legge di Bilancio. Secondo l'ufficio di statistica l'85% della riduzione Irpef vanno a fasce alte. L'allarme di Bankitalia: "Le misure di contrasto alla povertà sono di entità limitata"
La riduzione taglio dell’Iperf, come ha annunciato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella conferenza stampa dopo l’approvazione della legge di Bilancio, “favorirà 13,6 milioni di contribuenti”. Ma, come avverte oggi — 6 novembre — l’Istat, favorirà principalmente le fasce di reddito più alte. La sforbiciata sarà di due punti percentuali dell’aliquota relativa allo scaglione di reddito che va da 28 mila a 50 mila euro, portandola a regime dal 35 al 33%.
"Interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco"
Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)”, ha detto il presidente dell’istituto di statistica, Francesco Maria Chelli, nell'ultimo giorno di audizioni di fronte alle commissioni Bilancio di Senato e Camera. "Ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità — ha proseguito — emerge come oltre l'85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto”.
"Il beneficio comporta una variazione inferiore all'1% sul reddito familiare”
“Il guadagno medio — ha aggiunto — va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell'ultimo. Per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all'1% sul reddito familiare”.
La relazione di Bankitalia
Il taglio dell’Irpef, insieme alle altre misure previste dalla manovra, favoriranno politiche redistributive? Non secondo Bankitalia. Si può stimare, ha detto il vice capo dipartimento Economia e Statistica della Fabrizio Balassone, anche lui in audizione, “non comportino variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile equivalente tra le famiglie. La riduzione dell'aliquota dell'Irpef per il secondo scaglione di reddito favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione — ha continuato, riprendendo le stime dell’Istat —, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile. Gli effetti dei principali interventi in materia di assistenza sociale si concentrano invece sui primi due quinti delle famiglie e sono anch'essi modesti”.
"Le misure di contrasto alla povertà di portata limitata"
Il senso dell’audizione di Balassone è che, in concreto, la leva fiscale è importante ma da sola non basta: "Il recupero dei redditi familiari non può essere perseguito solo con interventi fiscali: deve fondarsi su un efficace sistema di contrattazione e, in ultima analisi, sull'aumento della produttività”. Anche le misure di contrasto alla povertà sono di entità limitata: "Oltre che sull'Isee, il disegno di legge interviene sul sistema di welfare con una serie di misure temporanee di limitata entità in materia di conciliazione vita-lavoro e di contrasto alla povertà, che rendono maggiormente frammentato il quadro esistente”.
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