C'era una volta Wanna Marchi, che al grido di “I co***oni vanno in***ati” propinava amuleti, numeri del lotto e scioglipancia, dichiarando guerra al lardo tra insulti e formule magiche. Negli anni Ottanta e Novanta era la regina delle televendite, spalleggiata dalla figlia Stefania Nobile e da un sedicente santone brasiliano. Il pubblico si fidava perché era la televisione a conferirle quella credibilità che le ha permesso di creare un impero che si favoleggiava arrivasse a 3 miliardi di lire di fatturato al mese. Poi arrivò la condanna per truffa aggravata e associazione per delinquere e la favola si concluse con una sentenza. Ma le storie tendono a ripetersi, anche se cambiano scenario e copione. Oggi Stefania Nobile, figlia di Marchi, è finita di nuovo al centro di un’inchiesta, stavolta con l’accusa di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Oltre a lei sono coinvolti l’ex compagno Davide Lacerenza, proprietario del locale La Gintoneria di Milano, e il loro factotum Davide Ariganello: per questi ultimi l’ipotesi è anche di detenzione e spaccio di droga. Tutti e tre sono ora ai domiciliari. Secondo la procura milanese, proponevano agli habitué della Gintoneria pacchetti “tutto incluso”, che comprendevano escort e cocaina. Il rampollo di una ricca famiglia milanese in tre anni avrebbe versato 641mila euro usando come causale “Champagne”. E da qui sono partiti gli accertamenti.

Se una volta si vendevano amuleti e scioglipancia a «casalinghe disperate», oggi il target è diverso: clienti facoltosi disposti a spendere migliaia di euro per notti di sesso e bamba. Il meccanismo non è poi diverso: creare un bisogno, l’illusione di un’esperienza esclusiva, gonfiare i prezzi e spillare il più possibile. Ma non è stata solo Wanna (al secolo Vanna, senza la W) a fare delle tv il veicolo di un racconto, diciamo così, sopra le righe e oltre il limite del codice penale.
Più accorto, Adriano Panzironi, imprenditore ed ex giornalista senza alcuna competenza medica, a proporre la dieta della longevità e promettere una vita lunga 120 anni, a patto ovviamente di buttar giù costosi integratori (i suoi) che curerebbero diabete, Alzheimer e addirittura i tumori. Anche qui, tutto alla luce del sole e promosso in trasmissioni tv. L’emittente che l’aveva ospitato ha ricevuto una multa di oltre 200mila euro e ora il pm chiede per lui 2 anni e 8 mesi di carcere per esercizio abusivo della professione medica. Contestazione alla quale ha da sempre opposto il suo ruolo di «divulgatore». Oggi televenditori e teleimbonitori si sono trasformati in qualcosa di diverso, e non servono più paillettes e teleschermo. Non è la tv a fare da cassa di risonanza, ma il magico mondo dei social e di Internet, come dimostra anche la vicenda di Nobile e Lacerenza, che attraverso i social si sono costruiti (o ricostruiti) una popolarità e fatto sfoggio del loro tenore di vita. In generale, il grande inganno si è trasferito su Instagram e su TikTok, dove è ancora semplice ritagliarsi uno spazio e risultare credibili (perché «se è online sarà vero»).
Qui prosperano guru che vendono successo, benessere, libertà finanziaria e persino predizioni sentimentali, facendo leva sul tutto e subito. La promessa è: puoi diventare quello che vuoi, ottenere qualsiasi cosa e puoi farlo ora e senza fatica. Sono i cosiddetti fuffa guru, quelli che: «Anch’io ero povero e senza speranze, poi ho cambiato mindset e ora guadagno 50K al mese lavorando due ore al giorno». La formula è semplice e collaudata. Prima ti bombardano con video motivazionali e storie di riscatto accompagnate con musiche ispirazionali, poi ti convincono che hai un problema che non sapevi di avere («Sei povero perché nessuno ti ha mai spiegato come funziona il denaro») e infine ti vendono la soluzione. Il format è sempre lo stesso: c’è un prima e un dopo il metodo, come per gli ex obesi nelle pubblicità delle diete. Prima una fase grigia, in cui erano poveri, tristi, senza futuro. Poi la svolta, la formula segreta, la Lamborghini e la vita da sogno. C’è il senso di urgenza e la pressione psicologica: devi decidere subito, perché i posti sono limitati e l’offerta scade a mezzanotte. In realtà la proposta è sempre valida, proprio come per le ultime imperdibili offerte sui divani. Ovviamente c’è l’esortazione a dubitare della scienza e della medicina. E infine c’è l’aura di segretezza e l’invito a contatti in privato.
Tra questi ci sono gli influencer del cambio vita, cambio lavoro ed è un attimo che hai svoltato. Dai loro reel emerge chiaro il disprezzo per le professioni comuni: chi lavora per 1.500 euro al mese e ha due settimane di ferie ad agosto non ha capito come funziona il mondo. Ma per fortuna loro offrono l’entrata facile, il lavoro alternativo. Come fare il “poster”, ovvero pubblicare qualche post sui social in cui sponsorizzare prodotti e guadagnare 9mila euro con un impegno di due ore al giorno. L’illusione della ricchezza facile funziona alla grande quando si parla di cryptovalute e trading online. Gli influencer della finanza a volte seguono schemi che ricordano quelli di Ponzi, dove i primi investitori guadagnano sulle spalle degli ultimi. Qui la fiera dell’illusione è ancora più grande. Proliferano i crypto-bro che spiegano come arricchirsi investendo in monete digitali senza valore. Oppure i teorici delle “rendite passive” che, in realtà, guadagnano solo vendendo corsi su come guadagnare.
A tutto ciò si aggiungono i cartomanti digitali, che hanno sostituito gli 899, sedicenti sensitivi che leggono i tarocchi in cambio di donazioni, vendono rituali personalizzati per «sbloccare il karma» e promettono amuleti per trovare l’amore. Il mercato è florido: su TikTok ci sono veggenti che in una sola diretta incassano migliaia di euro da follower angustiati che vogliono sapere se l’ex fidanzato tornerà (spoiler: no). A metà tra i cartomanti e i guru finanziari si collocano gli pseudo mental coach dell’amore, i truffatori emozionali del momento. Insegnano a conquistare chiunque o a diventare irresistibile con tecniche “scientifiche”, sfruttando le insicurezze per vendere una soluzione inesistente.
E infine gli influencer del benessere, quelli che giurano di curare il tumore con il bicarbonato o che vendono “protocolli detox” a prezzi da gioielleria, quelli che spiegano che i farmaci sono il male e la salvezza sta negli oli essenziali. Il copione è sempre lo stesso: la scienza mente, loro hanno la verità e, guarda caso, la vendono a 99,99 euro. È a questo contesto che si collegano casi di truffe come quella orchestrata da Belle Gibson, influencer australiana che aveva costruito un impero sulla menzogna: millantava di curarsi per un tumore al cervello seguendo diete e rimedi naturali, vendendo libri e app sul suo “metodo”. Ma il cancro non l’aveva mai avuto. Alla fine è stata smascherata e multata per 400mila dollari. Caso simile quello di Madison Russo, influencer dell’Iowa che aveva finto una diagnosi di tumore e raccontava la sua “malattia” con vlog e reel motivazionali per raccogliere fondi dai follower.
Tra i profeti digitali wellness c’è Ezechiele Ligabue, sui social noto come Ezze, personal trainer e influencer convinto che i disturbi alimentari non abbiano nulla a che vedere con la psicologia e la malattia, ma che siano banalmente riconducibili a una condizione generata dall’intestino. Nei suoi reel spiega che gli psicologi sono inutili per risolvere anoressia e bulimia. Basta eliminare certi alimenti e introdurre i suoi integratori per curare abbuffate, fame emotiva e persino le allergie. Chiaramente c’è un metodo, da seguire in 30 giorni a soli 99 euro. I post invitano a commentare parole chiave per ricevere le guide gratuite: «Commenta “ciclo regolare” per ripristinare il ciclo mestruale!», «Commenta “trasformazione” se vuoi cambiare il tuo fisico», «Commenta “soluzione abbuffate” per smettere di abbuffarti!». Perché nessuno ha bisogno di anni di terapia, quando basta un pdf gratuito. È stato denunciato, ogni tanto cambia profilo, ma il format resta lo stesso.
Intervenire giuridicamente è complicato. Spesso questi guru hanno sedi legali all’estero e il ritmo frenetico dei social rende difficile ogni verifica. Nel 2024 l’Agcom aveva pubblicato le tanto attese linee guida per regolamentare l’influencer marketing e da gennaio 2025 è arrivato il nuovo codice di condotta. Un passo necessario se si pensa che, secondo un sondaggio diffuso dall’Agcom, l’85 per cento degli italiani si basa sui consigli degli influencer per l’acquisto di un prodotto e il mercato ha raggiunto in Italia un valore di 280 milioni di euro (dato del 2021 e in crescita negli anni). Ma le aree grigie sono ancora tante, anche perché non esiste una regolamentazione specifica per i fuffa guru. Spesso è difficile inquadrare queste attività come truffaldine e dimostrare i comportamenti illeciti. Instagram e TikTok hanno provato a introdurre regole contro la disinformazione e le truffe, ma è come tappare una falla in una nave che affonda con un cerotto. Per ogni profilo chiuso ne nascono dieci più virali.

Mentre la tv ci ha (forse) liberati dalle Wanna Marchi, i social ci hanno consegnati a un esercito di piccoli imbonitori con il microfono aperto e il link in bio. Non cambia l’inganno, ma solo la forma. Il sogno è sempre lo stesso: un mondo in cui i soldi piovono dal cielo, la scienza è un complotto e la felicità si compra con un bonifico. Basta non svegliarsi e continuare a commentare «trasformazione» sotto il post giusto.