Innovazione
marzo, 2025

"Abbiamo ricevuto il tuo curriculum": cos'è la nuova truffa telefonica che punta sulla ricerca di lavoro

Come funziona e come difendersi dal nuovo raggiro che sfrutta il desiderio di trovare lavoro per rubare dati sensibili e denaro

Squilla il telefono e sul display compare un numero di cellulare. "Buongiorno, abbiamo ricevuto il tuo curriculum, vorremmo contattarti per un colloquio", è questa la frase che viene pronunciata da una voce digitale, ma molto naturale. E che dovrebbe far scattare un campanello d’allarme in chi riceve la telefonata. Si tratta infatti dell’ultima truffa messa in atto in questi giorni e che sta circolando con preoccupante velocità tra gli utenti italiani. A tutti capita di mandare Cv via linkedin o altre piattaforme di recruitment, potrebbe essere normale quindi ricevere una telefonata di feedback. Sì certo, ma nessuna azienda chiama senza verificare che sia il candidato a rispondere, ad esempio. Ma chi risponde magari non ci fa caso, perché questa truffa si presenta proprio come una proposta di lavoro veicolata tramite una telefonata proveniente da un numero italiano non salvato in rubrica. Dopo il primo contatto, la vittima viene invitata a proseguire la conversazione su WhatsApp. Ed è proprio lì che inizia la truffa attraverso la richiesta di dati personali, invio di link sospetti e persino proposte di investimento fraudolente.

 

Il meccanismo della truffa: dalla chiamata al furto di dati

Una volta registrato il numero e avviata la conversazione su WhatsApp, il truffatore si finge rappresentante di un’agenzia per il lavoro o di un’azienda in cerca di personale.  Se la vittima è arrivata fino a quel punto sarà certamente convinta di aver ricevuto una risposta a uno dei tanti curriculum inviati, e viene quindi guidata con modi cortesi e apparentemente professionali a compilare moduli, inviare documenti o cliccare su link per formalizzare una fantomatica candidatura. In altri casi, i truffatori cambiano approccio e propongono invece investimenti su piattaforme di trading online, promettendo guadagni facili e rapidi. Ma attenzione, è tutto finto: ottenuti i dati bancari o convinto l’utente a versare del denaro, i criminali spariscono nel nulla lasciando la vittima senza soldi e con le informazioni personali compromesse.

 

Chi sono le vittime? 

E perché la truffa ha così tanta presa? I dati Istat parlano dei “senza lavoro” italiani nel 2025, con un tasso di disoccupazione al 6,3% (-0,1 punti), mentre quello di occupazione sale al 62,8% (+0,4 punti). Questo tipo di truffa va quindi a colpire con efficacia chi si trova in una fase delicata della vita, come chi ha perso da poco il lavoro o i giovani neolaureati in cerca di un’occupazione. In questi casi, il messaggio "abbiamo ricevuto il tuo curriculum" diventa plausibile e ha il sapore di una nuova speranza che si accende.  A rendere più insidioso l’inganno è il fatto che il numero chiamante è italiano, il linguaggio usato è corretto e la proposta di impiego sembra realistica. I malintenzionati giocano sull’apparente urgenza della proposta e sulla buona fede delle persone, che finiscono per abbassare la guardia.

 

L’allarme si diffonde: segnalazioni e denunce in tutta Italia

I social sono una straordinaria cassa di risonanza anche in casi di truffe come questa, e infatti molti utenti hanno condiviso le loro esperienze su Facebook, X (ex Twitter) fino a LinkedIn, diffondendo la consapevolezza del pericolo. La Polizia Postale è stata anche allertata ed è intervenuta in diversi casi, anche identificando i responsabili.

 

Consigli utili per riconoscere e difendersi dalla truffa

Per proteggersi dalla truffa, cosa fare? Innanzitutto pensare che “se è troppo bello per essere vero”, forse non è vero. E poi serve applicare un po' di attenzione, non aggiungendo numeri sconosciuti a WhatsApp, ad esempio, non cliccando su link inviati via messaggi o SMS da utenti non verificati, non fornire dati personali e soprattutto bancari online o in chat. E prendere tempo - che tanto se l’offerta è vera non scappa - e verificare sempre l’esistenza della presunta azienda o agenzia di lavoro, attraverso fonti ufficiali. E’ importante segnalare il numero alla Polizia Postale e bloccare il contatto.

 

Il rischio di virus e truffe future

I link inviati su WhatsApp o via SMS potrebbero anche nascondono malware. Sono virus in grado di attaccare gli smartphone, leggere password memorizzate o accedere al conto corrente, ma anche contattare altre persone dalla rubrica dell’utente, fingendosi lui per richiedere denaro con urgenza. Tecnica che ci riporta ad una truffa più datata, quella del “parente in difficoltà”, in cui un messaggio apparentemente proveniente da un familiare chiede soldi con urgenza. In entrambi i casi, la strategia dei truffatori è la stessa: sfruttare emozioni e urgenze per far scattare la trappola per l’utente.

 

Un inganno figlio dei tempi

La truffa telefonica legata al mondo del lavoro è il chiaro specchio di una società ad altra vulnerabilità economica e digitale, su cui i malintenzionati digitali costruiscono le loro trame facendo appello ai bisogni più sentiti: il lavoro, la famiglia, la sicurezza. Per questo è fondamentale mantenere alta l’attenzione, parlare del problema, condividere le segnalazioni e informarsi costantemente.

L'edicola

Il supermarket delle mazzette - Il nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 21 marzo, è disponibile in edicola e in app