La quota di persone che percepiscono una pensione in Italia è tra le più basse d’Europa. La riceve solo il 32,1% della popolazione tra i 50 ai 74 anni d’età. Fanno peggio solo Spagna (24,3%), Danimarca (25,5%) e Grecia (31,7%), mentre la media Ue è del 40,5%. Si discosta dalla media europea anche la percentuale di persone che non lavorano e non beneficiano di trattamento pensionistico: 24,4%, terza dopo Spagna e Grecia.
Il gender gap esiste anche per le pensioni
Il dato, riportato nel Focus Istat “Pensione e partecipazione al mercato del lavoro”, è trainato soprattutto dalle disparità di genere. Poco più di un’italiana su cinque percepisce una pensione, in Ue la media è del 40,7%. Per gli uomini, la differenza con il resto d’Europa si ferma a 4 punti percentuali (il 36,5% contro il 40,4%). Nella fascia di età tra i 65 e i 74 anni, solo il 68,3% delle donne riceve una pensione, contro l’87,7% degli uomini. Il divario di genere è ancora più evidente se si guarda alla quota di persone che né lavorano né beneficiano di un’indennità pensionistica, un quarto delle donne contro solo il 5,7% degli uomini.
Carriere lavorative assenti o brevi e discontinue sono alla base di una disuguaglianza che ha effetti decisivi sul rischio di vulnerabilità economica in età avanzata. A incidere sono le interruzioni dei percorsi professionali per motivi familiari e di cura e una maggiore incidenza del lavoro irregolare e non contributivo. Il gender gap, inoltre, comprende anche profonde disparità nel grado di istruzione, soprattutto nel Mezzogiorno. Aumenta così il rischio di dipendenza economica dai partner uomini, la perdita di autonomia personale e il rischio di marginalizzazione per le donne over 65.
Al Sud meno pensioni e più inattivi senza reddito
Il Mezzogiorno si conferma l’area più svantaggiata, sia in termini occupazionali che di copertura pensionistica. La quota di pensionati nella fascia d’età 65-74 è di 80% al Nord, al Sud scende sotto il 70%. La differenza è ancora più marcata per i trattamenti da lavoro, nel Nord Est la copertura raggiunge il 79,1%, nel Nord Ovest si attesta al 77,4%, mentre nel Mezzogiorno si ferma al 57,6%.
Quasi un terzo dei residenti nel Sud tra i 65-74 anni non percepisce alcuna pensione, rispetto al 17-21% nelle altre aree. Il Nord Est è l’area con il più alto tasso di pensionati attivi: il 15,6% continua a lavorare contro appena il 5,3% nel Sud.
Per gli stranieri, il lavoro in età avanzata è una necessità
Senza cittadinanza, la pensione diventa un miraggio. Solo il 31,5% degli stranieri tra 65 e 74 anni percepisce un trattamento da lavoro, contro il 71% degli italiani. Quasi il 60% degli stranieri over 65 non percepisce alcuna pensione, un dato quasi triplo rispetto agli italiani. Il dato è un riflesso di carriere lavorative frammentate, spesso irregolari o maturate all’estero e quindi non valorizzate nel sistema contributivo italiano. La partecipazione al mercato del lavoro in età da pensione ha per italiani e stranieri significati diversi. Più della metà dei pensionati italiani dichiara di aver continuato a lavorare per soddisfazione personale, mentre per gli stranieri prevalgono motivazioni economiche.
La crescita dell'età media della popolazione è destinata ad allargare la platea dei dimenticati. Senza una giusta copertura previdenziale, il rischio è quello di acuire le disuguaglianze sociali, territoriali e di genere. E invecchiare bene diventa un privilegio.