Cari lettori, ecco il nuovo sito de L’Espresso

di Marco Damilano   8 febbraio 2021

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Da oggi ritrovate il nostro giornalismo nella piattaforma digitale che state scorrendo: più facile da consultare, più rapido nelle visualizzazioni, più ricco di contenuti

Parte oggi il nuovo sito dell'Espresso, ci stavamo lavorando da settimane, non potevamo immaginare che avremmo cominciato in questi giorni di cambiamento decisivo per il Paese. In un momento in cui è ancora più necessario conoscere per capire, selezionare le notizie per non disperdersi nel frastuono spesso confuso delle voci. Cercare un approdo sicuro di cui fidarsi, per non naufragare nel mare delle opinioni.

Nell'ultimo romanzo di Don De Lillo, appena pubblicato in Italia (Il silenzio, Einaudi), il grande scrittore americano con la sua solita potenza visionaria immagina che dopo il covid arrivi la pandemia della tecnologia. Internet si spegne, i monitor diventano neri: «A quanto pare tutti gli schermi, ovunque, si sono svuotati. Cosa ci resta da vedere, da sentire, da provare?».

Un incubo che si aggiunge alla nostra realtà. Il nuovo sito dell'Espresso arriva a un anno dall'invasione del virus nel nostro Paese, nel febbraio 2020. In questi dodici mesi abbiamo imparato a vivere in modo inaspettato. Con le sofferenze visibili, il carico di morti e di malati intollerabile, la paura del virus e quella dell'impoverimento, e le ferite che non si vedono, per esempio la stanza delle ragazze e dei ragazzi costretti a restare isolati dal mondo. Ma abbiamo riscoperto le competenze, dei medici, degli scienziati, dei ricercatori. E abbiamo ritrovato il valore dell'informazione di qualità, garantita dalla professionalità dei giornalisti che nonostante le difficoltà non hanno smesso di andare a vedere. I giornalisti che raccontano, fanno inchieste, indagano, approfondiscono sotto la schiuma dei fatti e la superficie delle cose.

È il nostro giornalismo, il giornalismo dell'Espresso, da più di 65 anni sul settimanale di carta, rinnovato ogni giorno sul nostro sito e sull'offerta digitale che non è un settore, ma è lo spazio presente dell'infornazione e sarà il futuro. Un'identità unica nel panorama italiano, con le radici nella storia e l'innovazione nel suo dna.

Da oggi ritrovate il nostro giornalismo sul nuovo sito che state scorrendo: più facile da consultare, più rapido nelle visualizzazioni, più ricco di contenuti.

Le nostre inchieste, le nostre idee, le nostre storie.

Un'informazione immediata, istantanea, che però non si esaurisce nell'attimo, ha l'ambizione di andare oltre l'avvenimento, per scoprire le connessioni, il contesto. Nell'idea, forse controcorrente, che il giornalismo non sia soltanto la replica dell'ultimo fotogramma di una storia, ma una trama che ha un prima e un dopo, una strada di conoscenza e di lettura di quanto avviene, un'interpretazione delle cose e non solo una registrazione. A maggior ragione nel mondo digitale.

Vale sempre, vale soprattutto in questi giorni di crisi politica, in cui le opposte tifoserie si scatenano e vorrebbero ritrovare negli articoli e nei commenti l'eco dei loro pregiudizi, lo specchio delle loro opinioni. Sarebbe più facile, carezzare il pubblico per il verso del pelo, in tanti lo fanno, ma non è il nostro compito, non è il nostro mestiere. Il nostro mestiere è analizzare, valutare, interpretare. E restare fermi in una visione critica della società e dei poteri che è il motore della democrazia, mentre l'accomodamento e il conformismo rappresentano lo spegnersi della passione civile e del dibattito pubblico. Continueremo a farlo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, come abbiamo sempre fatto in 65 anni di vita. Chi dice il contrario non ci conosce.

L'Espresso sarà presente nel digitale con la sua chiave originale, unica, che tiene insieme immediatezza e approfondimento, velocità e riflessione, racconto e analisi, inchieste e prese di posizione sull'Italia, la politica, l'economia, la cultura, il mondo. Con attenzione a quanto si muove di nuovo nella società, per mettere in circolo gli angoli della realtà meno illuminati dai riflettori.

Vi aspettiamo qui, sul nuovo sito dell'Espresso, per farlo insieme. Nel dialogo e nel confronto continuo con i lettori.

Cosa ci resta da vedere, da sentire, da provare? Tutto.