Fu un giovane meccanico, amico di Piersilvio, a presentare la Minetti al premier. Poi nacque il «legame affettivo». E iniziò la sua escalation, fino alla poltrona in Regione. E al ruolo di ape regina per i festini rosa

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Era un meccanico, si occupava di moto e motorini. Come tale conobbe Piersilvio Berlusconi, che è un appassionato e ha avuto di tutto, dalle Honda alle Harley-Davidson (prima dei 10 anni ebbe in dono una moto da minicross) e, ridendo e scherzando, conobbe il celebre padre. Sempre scherzando, l'ex meccanico, origine campana, ambizioso, svelto, donnaiolo, fece capire al padre che di ragazze ne conosceva tante e facilmente. Si creò una corrente di simpatia che Piersilvio non approvava; la trovava rischiosa. Ne scaturì un'assunzione a Publitalia, la potente concessionaria di pubblicità del gruppo Mediaset. Oggi Luigi Ciardiello, l'ex meccanico di Piersilvio, ha 48 anni, e a Publitalia è direttore new business e fiere. È lui, così pare, il vero scopritore di Nicole Minetti, da studentessa-hostess a pi-erre di prostitute alla politica. Una carriera fast forward, da "tempi corrotti e calamitosi", direbbe Curzio Malaparte.

L'aspra parabola di Pretty Minetti è la quintessenza del berlusconismo come sistema etico ed estetico. In lei c'è tutto, a partire dalla giovinezza, magnifica ossessione, e dalla bellezza implementata dal chirurgo. Gli studi al San Raffaele, arrivata dalla provincia ricca. L'ambizione bruciante, la tv sessista come rampa di lancio. Poi il miracolo vero: la relazione intima con Lui, che tutto può. Il denaro, la cooptazione nella cerchia stretta delle notti di Arcore permeate dello zolfo di Lele Mora. La escalation dei riti sessuali. Quindi l'inizio del distacco, il ruolo logistico intorno all'harem di stelline e di "zoccole" (definizione sua). La carriera politica fasulla, come ricompensa. Fino allo scandalo Ruby, l'inchiesta giudiziaria. La paura, il tradimento, il rancore. Infine, chi può dirlo, la vendetta. È una storia brutale, brutalmente italiana, che "L'espresso" prova qui a riordinare.


Fine dei giochi.
No, non si scherza più (dalle carte dell'inchiesta milanese di Ilda Boccassini, Forno e Sangermano: "Non me ne frega un cazzo se lui è il presidente del Consiglio... Sta roba è una roba che ti rovina la vita... Si sta comportando da pezzo di merda").

Nicole Minetti, 25 anni, riminese, prima o poi sarà rinviata a giudizio per favoreggiamento della prostituzione insieme a Lele Mora ed Emilio Fede. Ciò non basta al presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, che ne subì la candidatura, nella sua lista alle ultime regionali, per chiederle di dimettersi. Non vuole o non può farlo? Ma la prima domanda è: che storia è, questa? È una poverella di provincia che si è invaghita del presidente del Consiglio ed è finita scaricata? O una ragazza benestante e spregiudicata che approfitta per calcolo della Milano rutilante per far soldi e carriera più in fretta di chiunque altra? C'è una frase sul capo del governo, suo ex amante, che pare una versioncina trash di Machiavelli: "A lui fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice: bene, me le sono levate dai coglioni, così lo stipendio glielo paga lo Stato". Non è accaduto. Ma quasi.

Da Publitalia a Berlusconi. Sfatiamo, anzitutto, una definizione fasulla: "L'igienista dentale del Cavaliere". Non ha senso. Nicole Minetti ha ottenuto una laurea breve in igiene dentale presso il San Raffaele, dove ha svolto il tirocinio, ma non ha conosciuto (come ripetono i media ossequienti) Berlusconi in ospedale, in veste di igienista dentale, il 13 dicembre 2009, dopo l'attentato di piazza del Duomo che gli procurò trauma facciale e danni agli incisivi. Se la ragazza andò a trovare, nella suite del reparto solventi, il suo benefattore, era perché lo conosceva da ben prima. Era stato il Ciardiello a reclutare hostess per gli stand di Publitalia alle fiere, lei compresa. Ad esempio per lo stand Publitalia di Fiera Milano a Rho, aperto nell'aprile 2009 e "realizzato pensando a uno studio televisivo", così dichiarò al "Giornale". Nicole conosceva bene la parola hostess. Suo padre, Antonio Minetti, è direttore della Expansion Consulting, società che organizza eventi, sfilate e convention, con sede a San Marino. La mamma, di madrelingua inglese, è titolare della scuola di danza Step by Step a Rimini. Hostess più danza uguale televisione: non è difficile, a saperci fare.

Ballando ballando su Italia 1.
È grazie al fiuto di Ciardiello che Nicole approda, nella primavera 2009, all'ottava edizione di "Colorado Café", programmino di Italia 1, una delle tre reti dove comanda quella vecchia conoscenza, Piersilvio Berlusconi. Nicole non si dondola sull'altalena in reggiseno d'oro come nell'apparizione a "Scorie" di RaiDue. A "Colorado" balla negli stacchetti tra un comico e l'altro. È una delle "hit models". E chi con lei? Ma guarda: due delle mantenute di Arcore. Una è la finta furba Marysthell Polanco, la dominicana che si pettina come il ministro Carfagna, all'"Infedele" di Gad Lerner si è offesa perché Lucrezia Lante della Rovere ha usato il termine "mignotte", ed è la ragazza di quel Carlos Ramirez de la Rosa che il 26 gennaio è stato condannato a 8 anni di carcere per il possesso di 12,4 chili di cocaina (di cui 3 nella cantina di lei in via Olgettina); l'altra è Raffaella Fico, prediletta di Italia 1 che Nicole sospetta sia fin troppo beneficiata dal Cavaliere (intercettazione: "Amo', ma è serio che alla Fico ha regalato la casa? Amo' se è vero ti giuro che scateno l'inferno").

Reginetta del Bunga Bunga. "Non sono una maîtresse da quattro soldi". È una frase a effetto del corpus minettiano; una delle poche dove non appare un cazzo, un culo, una merda e due coglioni. Frase chic, affidata al "Corriere della Sera" dopo la divulgazione dei suoi insulti a Berlusconi, il "vecchio" che l'ha illusa e rovinata. Non torneremo sui dettagli sul suo ruolo di organizzatrice, anche immobiliare, delle bambole dell'Olgettina. Ricordiamo solo che la Minetti è in guai seri. È lei che la famosa notte di maggio in Questura a Milano prelevò, spinta dal premier, perché "ti presenti bene" e "incensurata", la minorenne Karima detta Ruby e, anziché affidarla a persone responsabili, la consegnò a una prostituta brasiliana. Era sua la Mini verde prestata a Marysthell Polanco e data in uso allo spacciatore oggi in galera. Era lei a negoziare affitti, rimborsi, anticipi con l'infelice ragionier Spinelli che paga, paga e non consuma mai. È lei che, dai movimenti di conto dell'agenzia Monte Paschi di Milano 2, risulta ricevere bonifici diretti da Silvio Berlusconi per decine di migliaia di euro. È lei che si vanta di volersi far risarcire da Lui con un patrimonio immobiliare: altro che l'alloggino all'Olgettina, un palazzo vero a Milano. E fermiamoci qui, che son dolori.

Operazione Regione. È forse il capitolo che più indigna chi, oltre all'offesa alle istituzioni (che razza di gente frequenta il premier della Repubblica italiana, membro della Nato e del G8), vede in questa parabola il tracollo di una cultura politica. Nicole è di ceto medio borghese, famiglia di destra, maturità al liceo-bene di Rimini, il Giulio Cesare. È una bella ragazza castana che a poco più di vent'anni decide di ricorrere al chirurgo plastico per gonfiarsi il seno e il labbro superiore. Nel 2010 piomba da perfetta sconosciuta (asserisce il presidente Formigoni) nel listino bloccato di Per la Lombardia alle elezioni regionali. Creando un problema: raccogliere migliaia di firme in due giorni. Come denunciato dai radicali e dal Pd, infatti, il Pdl il 25 febbraio non aveva ancora chiuso le liste, da depositare entro il 27. Morale: risultarono 514 firme irregolari. Formigoni vinse, Minetti entrò in consiglio, Formigoni tacque e ancora tace. Intanto Berlusconi ha fatto dimettere il responsabile regionale del partito, Guido Podestà, per mala gestione, appunto, di questo caso delicato.

La politica come abuso. Facciamo ora il bilancio dell'azione politica del consigliere regionale Minetti, il cui stipendio è pagato dai contribuenti lombardi. La furbetta dell'Olgettina, indagata per sfruttamento della prostituzione (anche minorile, per il caso Ruby), guadagna tra i 9.500 e i 10 mila euro netti al mese. Netti, come dice Ennio Doris in tv. Dieci volte una laureata incatenata in un call center. Si scopre che la Minetti è esemplare per presenze in assemblea: nel 2010, 21 volte su 21. Brava. Ma a far cosa? In otto mesi due soli interventi in aula: uno di un minuto, a favore dell'albo delle professioni sanitarie ("Infermieri, fisioterapisti, dietisti, igienisti dentali", ebbene sì); e uno di sei minuti sulla prevenzione del randagismo e la costruzione di nuovi canili. In ambo i casi ha letto un testo non scritto da lei. Per il resto, la Minetti è cofirmataria di due progetti di legge, sul contrasto all'usura e sulle celebrazioni dell'Unità d'Italia.

Con questo curriculum, anche omettendo il Bunga Bunga, la ragazza fantasticava di arrivare in Parlamento. Per sistemarsi. Un po' di gavetta l'ha fatta, confida alla collega Barbara Faggioli nelle intercettazioni: "Non pensare che Mara ne abbia fatta tanta di più". Si parla di Mara Carfagna, ministro delle Pari opportunità. Un modello, pare, per Nicole. Che però coltiva dei dubbi di natura politica: "Ma sai che non ci andrei a Roma?". Perché? "Perché io sto troppo bene a Milano. Chi cazzo me lo fa fare. Per duemila euro in più...".

Braccia rubate all'agricoltura, si sarebbe detto una volta. O al "Drive In".

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