Dopo le minacce rivolte a Canada, Groenlandia e Panama, il Repubblicano vuole cambiare la toponomastica del continente: nel mirino c'è il Golfo del Messico

Delirio o onnipotenza? L’agenda internazionale di Donald Trump, a 12 giorni dall’insediamento bis alla Casa Bianca, sembra essere tesa al caos. L’ultimo affondo arriva durante una conferenza stampa a Mar-a-Lago: il presidente eletto ha dichiarato l’intenzione di ribattezzare il Golfo del Messico come “Golfo d’America”, definendolo “un nome molto più bello e appropriato”.

 

La risposta del governo messicano

 

La replica del Messico è arrivata subito, tramite il ministro dell’Economia Marcelo Ebrard: “Tra 30 anni si chiamerà ancora come oggi. Non entreremo in questo dibattito”. Secondo il ministro messicano, l'avvicendamento di Trump non creerà sconvolgimenti nell’area, poiché il suo governo ha preparato da mesi una strategia diplomatica per relazionarsi al Repubblicano: "Useremo sangue freddo, intelligenza e saggezza messicana".

 

Le dichiarazioni da colonialista di Trump

 

Trump, che tornerà alla Casa Bianca il 20 gennaio, ha accennato all’uso della forza militare per una possibile riconquista del Canale di Panama e per l’annessione della Groenlandia. Ha minacciato dazi contro la Danimarca e azioni economiche contro il Canada.

 

L'aumento delle spese militari

 

Infine, sul fronte Nato, il presidente eletto ha confermato per la prima volta in pubblico la sua proposta di chiedere agli alleati un contributo pari al 5% del Pil nazionale: un aumento significativo rispetto al 2% attuale che ogni Paese deve destinare all’Alleanza atlantica.