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19 novembre, 2025Il colloquio della segretaria del Partito democratico con il direttore Emilio Carelli
Che cosa ha rappresentato L'Espresso per lei, nella sua vita e nella sua esperienza politica?
Innanzitutto, grazie di questo invito e tanti auguri, complimenti per questo anniversario importante dei 70 anni. Devo dire che L’Espresso mi ha sempre accompagnato nei momenti delle scelte più complicate della mia vita politica, da quando decisi di non ricandidarmi al Parlamento Europeo a quando decisi di dare una mano a Stefano Bonaccini per le elezioni regionali dell'Emilia-Romagna E poi anche le scelte successive, quella di candidarmi al Parlamento e poi a segretaria del Partito Democratico. Ma più in generale è un punto di riferimento che ha sempre saputo raccogliere anche voci fuori dal mainstream e accompagnare gli eventi più importanti della storia politica del Paese.
Andiamo sull'attualità: la legge di bilancio è all'esame del Parlamento. Lei ha detto che si tratta di una manovra di austerità. Dall'Europa arriva la conferma che l'Italia ha crescita a zero. Cosa propone per rilanciare lo sviluppo del Paese?
La manovra ha l'onestà intellettuale di chiarire che il suo contributo alla crescita del Paese sarà zero, come pure il contributo ai consumi degli italiani, quindi al sostegno al potere di acquisto degli italiani. Cosa proponiamo noi? Abbiamo costruito un pacchetto di 16 emendamenti condivisi con le altre forze di opposizione che vanno dal lavoro alla politica industriale, dalla salute alla scuola, al tema della sicurezza. In breve, una prima grande cosa che si dovrebbe fare in un Paese che ha tra gli stipendi più bassi d'Europa è introdurre un salario minimo, perché c'è bisogno di rafforzare i contratti collettivi, di contrastare i contratti pirata e di dire che sotto i 9 euro all'ora non è lavoro, ma è sfruttamento. La questione che invece tutte le imprese ci pongono con grande urgenza è intervenire subito sul costo dell'energia, su cui la manovra di Giorgia Meloni, per il terzo anno di fila, non fa nulla. Come fanno a competere le nostre imprese con bollette che sono il triplo di quelle francesi, tedesche o spagnole? Quindi: agire immediatamente con un intervento per ridurre il costo delle bollette, per rilanciare l'economia e per sostenere le famiglie italiane. E poi, sulla politica industriale, noi proponiamo di riprendere la strada di Industria 4.0 con degli strumenti più agevoli e meno burocratici di credito d'imposta per incentivare le imprese ad andare nella direzione giusta.
Il dibattito sulla giustizia è polarizzato: il governo parla di efficienza, l'opposizione invece di controllo politico. Qual è il modello di giustizia che il PD propone?
I problemi nella giustizia ci sono, a partire dal fatto che i processi sono ancora lenti, il processo telematico non è ancora entrato pienamente in funzione e manca organico. Anche il ministro Nordio ammette che questa riforma non incide minimamente sull'efficienza della giustizia in Italia. Allora, siccome non migliora la giustizia, siccome non è una vera separazione delle carriere, quella era stata già inserita con la riforma Cartabia e stiamo parlando di 30-40 magistrati all'anno che fanno il passaggio, allora non ci vengano a dire che bisognava cambiare la Costituzione per le carriere di 40 persone all’anno - ha dichiarato Elly Schlein a L’Espresso. Si poteva intervenire in altri modi, non l'hanno fatto, evidentemente la ragione è un'altra e credo che l'abbia chiarita anche la Presidente del Consiglio quando, con un grave attacco alla Corte dei Conti, che ha bloccato il progetto sbagliato e dannoso del ponte sullo stretto di Messina, ha detto adesso facciamo la riforma della giustizia, la riforma della Corte dei Conti e vi facciamo vedere chi comanda. Noi crediamo che la democrazia non sia un assegno in bianco per 5 anni a chi prende un voto in più alle elezioni e crediamo che non sia neanche chi è al potere che possa non essere giudicato. La separazione dei poteri è molto importante in Costituzione a difesa dei diritti democratici di tutte le cittadine e tutti i cittadini.
Il Governo sta accelerando sulle riforme istituzionali, dopo la giustizia toccherà il premierato. Qual è la linea strategica del PD? Un contrasto frontale, una proposta alternativa o un terreno di possibile dialogo?
C'era stato un incontro, ormai più di due anni fa, in cui avevamo portato le nostre proposte, perché se l'obiettivo è, ad esempio, una stabilità avevamo proposto la sfiducia costruttiva, che esiste in altri Paesi europei, evita le crisi al buio. Non c'è stato terreno di dialogo, non c'è stata possibilità nemmeno nell'iter parlamentare di avere un dialogo effettivo con la maggioranza che ha tirato dritto. Ricordiamo che la riforma della giustizia è la prima volta nella storia che una riforma esce dalle camere da quattro passaggi esattamente come è entrata. Quindi non c'è stata alcuna volontà di dialogo. Il premierato è una riforma che accentra il potere ancora di più nelle mani di chi guida il governo, a scapito delle prerogative del Parlamento e anche, purtroppo, di quelle del Presidente della Repubblica. Quindi ci opporremo.
Ma ce la faranno ad approvarlo entro fine legislatura?
Speriamo di fermarli prima perché è una riforma sbagliata.
L'intesa con Giorgia Meloni sul tema della violenza sessuale cosa significa? È la premessa di una fase nuova nei rapporti con la Premier? Tra l'altro domenica, a Roma, lei parteciperà alla marcia “Corri Libera” che la Premier ha organizzato?
In realtà noi abbiamo sempre dimostrato la volontà di dialogo su alcune questioni fondamentali, su cui io, per prima, mi sono rivolta alla Presidente del Consiglio per dire almeno su questo proviamo a mettere da parte le forti divergenze politiche che ci sono e a far fare un passo in avanti al Paese. È successo già due anni fa su degli elementi che rafforzavano la repressione contro la violenza di genere, risuccederà con il reato sul femminicidio e quindi sono contenta che abbiamo trovato un accordo anche su una piccola grande rivoluzione nell'ordinamento italiano. Abbiamo inserito con un voto unanime in Commissione il principio del libero consenso. Cosa vuol dire? Vuol dire che prima il reato di violenza sessuale parlava solo di violenza o di minaccia, come se noi misurassimo la gravità di quel reato sulla forza bruta dell'aggressore e non invece sulla libertà violata della vittima. Allora, inserire il libero consenso vuol dire una cosa chiara: ogni atto sessuale fatto senza il consenso è una violenza, è stupro, e in quanto tale reato. E questo l'aveva già fatto la Corte di Cassazione nella sua giurisprudenza, ma con questo intervento e con questo accordo siamo riusciti a metterlo finalmente nella legge.
Ma alla marcia “Corri Libera” ci andrà?
Ci informeremo su cosa si tratta.
Ritiene praticabile l'intesa maggioranza-opposizione sulla legge elettorale? In caso di obbligo d'indicazione del candidato Premier, accerterebbe le primarie con gli altri partiti del campo largo?
Io sono disponibile a qualsiasi modalità individueremo insieme alle altre forze alleate. Forze alleate che già stanno insieme in tutte le regionali che abbiamo affrontato in questo autunno, ed è la prima volta che succede nel centro-sinistra da 20 anni, di aver fatto la stessa coalizione progressista in tutte le regioni al voto. Ora, chiaramente, dobbiamo continuare a fare passi avanti. Li abbiamo fatti con il pacchetto di emendamenti condivisi alla manovra e non ho dubbi che affronteremo insieme anche questa questione, individuando le modalità migliori.
Le primarie le farà?
Appunto, dipenderà se decideremo insieme alle altre forze alleate di darci questo metodo, io naturalmente sarò disponibile.
Le viene spesso rimproverata la difficoltà a trasformare l'impatto mediatico. A cosa attribuisce questa mancata crescita?
È difficile parlare di mancata crescita. Io ho vinto le primarie in un momento di grave crisi del Partito Democratico dopo aver perso le elezioni del 2022 ed eravamo al punto più basso nei sondaggi della nostra storia, al 14%. Siamo riusciti, con grande sforzo, a riportare tutti insieme il partito al risultato delle Europee del 24% e non abbiamo visto tanti partiti europei crescere così tanto. Come abbiamo fatto a far crescere il partito? Riportandolo in mezzo alla gente, parlando di problemi concreti delle persone, a partire dal lavoro, dagli stipendi troppo bassi e anche dalla salute, dalla difesa della sanità pubblica rispetto ai tagli e alla privatizzazione che porta avanti questa destra. Quindi noi continueremo in questa direzione e devo dire che anche nelle elezioni che abbiamo fatto nei comuni abbiamo vinto 24 capoluoghi su 38 al voto, quindi i risultati non sono certo mancati e il partito sta bene. È in crescita, è cresciuto nel tesseramento e nel due per mille, per cui continuiamo su questa strada.
Come immagina il PD nei prossimi anni? Pensa di anticipare il congresso del PD, anche per rispondere un po' alle tante polemiche interne sul radicalismo e il riformismo?
In questo momento - ha dichiarato Elly Schlein a L’Espresso - io sono concentrata a costruire la coalizione che batterà Giorgia Meloni e le destre alle prossime elezioni, quindi priorità alle elezioni regionali che sono ancora in corso, con un grande in bocca al lupo ai nostri candidati e poi naturalmente alla costruzione del programma per l'Italia che non parte da zero, ma proprio dalle proposte di legge che abbiamo fatto insieme, dal salario minimo, alla salute, alla questione del congedo paritario, alle politiche industriali. Abbiamo tanto da proporre nell'ascolto degli italiani. Quello che io ho chiesto agli alleati è di non fare questo lavoro solo tra di noi, ma di farlo con il paese e di farlo nell'ascolto delle categorie, degli esperti, del terzo settore, delle forze produttive sindacali.
Ma per tornare al governo del Paese serve l'unità delle sinistre. Lei è ottimista, riuscirete a costruirla?
Assolutamente sì, siamo testardamente unitari, non perché ce l'abbia chiesto il medico, ma perché ce lo chiede la nostra gente, che vuole e merita un'alternativa a questo governo che taglia la sanità pubblica e la scuola, che blocca il salario minimo, che nega diritti importanti e nega anche l'impatto dell'emergenza climatica sul nostro Paese. Per cui ci faremo trovare pronti.
C'è una polemica tra Fratelli d'Italia e il Quirinale a proposito di una smentita richiesta su un ipotetico piano del Quirinale per fermare e indebolire la Premier, annunciato dal giornale La Verità. Come vede questa polemica?
Il presidente Mattarella rappresenta l'unità nazionale. È garante della Costituzione e ha dato autorevolezza al Paese anche in passaggi molto complicati della storia del nostro Paese più recente. E questo gli è riconosciuto da tutti. Chiunque dica il contrario ci troverà dall'altra parte invece a difendere davvero il lavoro e le prerogative del Presidente della Repubblica, che ha sempre esercitato nel pieno solco del mandato costituzionale.
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