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19 novembre, 2025La relatrice speciale Onu sui Territori occupati palestinesi intervistata da Daniele Mastrogiacomo: "L’apocalisse di Gaza ha risvegliato le coscienze, è il primo genocidio che crea un movimento globale"
La relatrice speciale Onu sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese in collegamento da Bruxelles è intervenuta alla festa per i 70 anni de L'Espresso in un panel con il giornalista Daniele Mastrogiacomo sulla questione israelo-palestinese. La prima domanda riguarda l’imparzialità e come si può trovare uno sguardo equanime in un ruolo come il suo: “L’imparzialità è guardare ai fatti con oggettività non distanza tra le parti, soprattutto in una situazione così diseguale. In più il mio ruolo è quello di documentare le violazioni nei territori palestinesi occupati”.
Su Trump e il ruolo delle Nazioni Unite e il futuro del multilateralismo, la relatrice ha detto: “Ho un peso sul cuore su questo tema. Sono tre anni che faccio tantissimi sacrifici perché credo ancora tantissimo nelle Nazioni Unite. Ma non hanno fatto una bella figura neanche durante gli anni in cui a Israele è stato permesso di commettere efferati crimini di guerra e genocidio. La traiettoria storica del declino parte dall’Iran e oggi ha raggiunto il suo apice. Gli Stati Uniti stanno usando una logica di controllo a cui nessuno degli Stati occidentali si oppone. Gaza è il termometro dello stato dell’Onu, così rischia di perdere di senso ed è un peccato perché è la vera piattaforma in grado di risolvere i conflitti e far trionfare il diritto internazionale.
“L’apocalisse di Gaza”, ha concluso Albanese, “ha risvegliato le coscienze, è il primo genocidio che crea un movimento globale. In tutto il mondo viene punito chi si pone in maniera critica su cosa sta avvenendo in Palestina. Il recupero del multilateralismo richiede un rinnovamento della base politica di ogni Stato. Gli Stati europei hanno accompagnato e reso possibile l’impunità di Israele”.
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