Tutto pronto per i Giochi di Londra: la squadra azzurra porta 269 atleti e punta a dieci ori. Grazie soprattutto alle donne, ai 'nuovi italiani' e ai nostri 'forever young'

L'ultimo tedoforo accenderà la fiaccola dei trentesimi Giochi Olimpici venerdì 27 luglio. Fino a domenica 12 agosto, data della maratona e della cerimonia di chiusura, l'Italia cercherà conferme nel più comune toccasana propagandistico dopo il pane: il circo dello sport. La partenza è all'insegna dei pochi ma buoni. La sfilata degli atleti italiani dietro la portabandiera Valentina Vezzali sarà la più breve dai giochi di Mosca 1980, quelli del boicottaggio da parte degli Stati Uniti per l'invasione sovietica dell'Afganistan. A Londra ci saranno 269 azzurri. Il sito del Coni ne indica 275 ma cita due volte i nuotatori Orsi, Magnini, Pellegrini, Mizzau, Dotto e Bianchi. Rispetto a Pechino 2008 saremo 77 in meno e 105 in meno rispetto ad Atene 2004, quando ci fu il record delle presenze italiane (373).

È vero che ai Giochi si va per vincere e non per partecipare e che, in teoria, bastano 20 atleti per vincere 20 medaglie d'oro. Ma la teoria non è mai salita sul podio e il viaggio a ranghi ridotti è un insuccesso. Lo prova il trionfalismo con cui il Coni annunciò il record di iscritti alle gare nel 2004. Il 22 giugno 2012, invece, durante la cerimonia di consegna della bandiera al Quirinale da parte del presidente Giorgio Napolitano, l'atmosfera era molto più sotto tono di otto anni fa.

Eppure gli exit-poll ci trattano bene. L'Olympic medal tracker, una previsione sul medagliere dei Giochi pubblicato da "UsaToday", assegna all'Italia il nono posto nella classifica finale con 10 medaglie d'oro e 33 in totale. La previsione appare ottimistica rispetto a quattro anni fa (nono posto con 8 ori e 27 medaglie).

VINCENTI E LITIGIOSE
A stabilire quante volte sentiremo l'inno di Mameli a Londra potrebbero essere in larga parte le donne. A forza di meriti acquisiti sul campo, la rappresentanza femminile ai Giochi è cresciuta in qualità e quantità. A Londra, ci saranno 147 atleti e 122 atlete. Non è il record come dato assoluto (132 donne a Pechino e 137 ad Atene) ma lo è in proporzione (45 per cento). A scorrere l'elenco dei nazionali, soprattutto a livello individuale, le femmine sembrano avere qualche carta in più. L'importante è che tengano i nervi a posto, soprattutto nella gestione delle rivalità interne. La situazione più calda è nella scherma. Vezzali, la nostra portabandiera, è detestata dalle colleghe.
Alla rivalità nota tra lei e Elisa Di Francisca si è aggiunta, agli Europei di Legnano, la sparata di Arianna Errigo che ha eliminato la campionessa (7 medaglie olimpiche di cui 5 ori) nei quarti di finale. Errigo ha spiegato perché non sopporta la capitana. Invidia?
Chi vince tanto raramente è simpatico e Valentina Vezzali si allena per vincere, non per essere piacevole. La complicazione nasce dal fatto che la scherma ha anche concorsi a squadra e che le fiorettiste potrebbero pregiudicare il loro ruolo di favorite per l'oro buttato via a Pechino. Anche tra i maschi il livello di litigiosità interna è direttamente proporzionale alle vittorie visto che, nella storia dei Giochi, spade, fioretti e sciabole hanno procurato all'Italia 114 medaglie, circa il doppio del ciclismo e dell'atletica.

Poco prima di Pechino 2008 il fiorettista Andrea Baldini venne trovato positivo all'antidoping. Baldini lasciò intendere che c'era stato un complotto ai suoi danni e che l'avvelenatore aveva favorito Andrea Cassarà, partito per la Cina al posto del compagno squalificato. Quattro anni dopo, sia Baldini sia Cassarà saranno a Londra, più o meno riconciliati per cercare l'oro nella gara a squadre. Per darsele di santa ragione c'è sempre l'individuale. Qualche difficoltà relazionale causata da un alto livello competitivo c'è anche nel tennis femminile, con Francesca Schiavone non proprio amata dalle colleghe. Ma la campionessa milanese giocherà il singolo. Per il doppio c'è la coppia rodatissima Roberta Vinci-Sara Errani, che ha vinto il Roland Garros 2012 più altri sei titoli del circuito Wta quest'anno.

Nel nuoto, per Federica Pellegrini vale lo schema Vezzali. La veneta è una star ultramediatizzata, con una personalità che ha già creato problemi di evoluzione agonistica ad Alessia Filippi. In precedenti competizioni internazionali Fede ha avuto modo di criticare a viso aperto le compagne di staffetta che non erano alla sua altezza. E c'è chi nota che, oltre a esonerare allenatori come un presidente di serie A, Federica crea handicap prestazionali in vasca anche ai fidanzati. L'ex Luca Marin e l'attuale Pippo Magnini hanno però dato segni di ripresa agonistica proprio di recente.

FORZA DELLA SQUADRA
L'Italia di Londra è presente solo in due specialità dei giochi di squadra: pallavolo e pallanuoto nella doppia versione maschile e femminile. Niente calcio, ed è uno smacco. Niente pallacanestro, quasi un'abitudine a dispetto del trio Nba Bargnani-Belinelli-Gallinari. Il volley è passato dai tornei di qualificazione ma ha confermato il sorpasso nei confronti del basket come secondo sport collettivo italiano dopo il calcio. Le donne del Setterosa ce l'hanno fatta grazie al primo posto nel torneo di Trieste di aprile, dopo avere vinto gli Europei in gennaio.

La pallanuoto maschile è entrata ai Giochi dalla porta principale con la vittoria ai Mondiali di Shanghai del 2011. Un anno fa il Settebello ha sorpreso tutti superando avversari più alti, più grossi e più potenti (Spagna, Croazia, Serbia). Il commissario tecnico Sandro Campagna, ex olimpionico a Barcellona 1992 dopo una finale leggendaria con sei tempi supplementari, ha applicato in vasca la strategia del torero. Gli azzurri hanno sfiancato gli avversari più pesanti nuotando più di loro. Non che siano mingherlini. Il fuscello è Alex Giorgetti (m. 1,86 per 78 chili). Gli altri stazzano in media sopra i 90 chili e l'1,90 di altezza.


CERCHI E PASSAPORTI MULTIPLI

Almeno alle Olimpiadi, gli anziani che non mollano fanno simpatia. E l'Italia ha a disposizione una scorta consistente di vecchietti duri a morire che, nella logica del bicchiere mezzo pieno, fanno dimenticare lo scarso ricambio generazionale. Tra i ragazzi irresistibili c'è il canottiere del 4 di coppia Rossano Galtarossa, 40 anni appena compiuti. Con sei partecipazioni olimpiche in una disciplina durissima, il colosso padovano ha doppiato i fratelli Abbagnale. A quota 6 nei Giochi c'è anche Alessandra Sensini, windsurfista di 42 anni che ha già vinto un oro, un argento e due bronzi.
Ma il caso più luminoso di longevità sportiva è, ovviamente, Josefa Idem. La canoista compirà 48 anni il prossimo settembre dopo avere partecipato alla sua ottava Olimpiade. Le prime due volte ai Giochi (1984 e 1988) aveva la maglia della Germania. Poi Josefa ha sposato il suo allenatore italiano Guglielmo Guerrini, ha preso la cittadinanza e ha incominciato a gareggiare in azzurro. A lungo è stata tra i candidati a portabandiera per la cerimonia di apertura. I casi come quello della Idem, o quello della saltatrice in lungo inglese e poi attrice Fiona May, sono abbastanza diffusi.

Di solito, sono un modo per importare qualche talento già formato. È accaduto con la cubana Libania Grenot, che corre i 400 metri piani, con l'arciera moldava Natalia Valeeva e con la pongista di origine cinese Wenling Tan Monfardini. Il suo collega Mihai Bobocica junior è figlio di un ex giocatore di tennistavolo rumeno diventato allenatore. È un italiano di prima generazione come diversi altri azzurri qualificati a Londra. Nella Nazionale di pallavolo maschile, c'è la maggiore rappresentanza di figli d'arte, normalmente ex campioni arrivati in Italia dai paesi del Patto di Varsavia negli anni Ottanta. C'è Ivan Zajtsev, accento umbro e origine russa dal padre Vyaceslav. Michal Lasko è figlio del pallavolista polacco Lech. Dragan Travica è figlio dell'allenatore serbo Ljubomir. Jiri Kovar invece è ceco di nascita, italiano di passaporto. Negli altri sport, la tuffatrice Noemi Batki è di origine ungherese. Vengono dall'Europa dell'est le ginnaste Andreea Stefanescu, ex nazionale rumena, e l'ucraina Anzhelika Savrayuk. Nel Settebello sono stati selezionati il difensore cubano del Posillipo Amaurys Pérez e l'oriundo brasiliano Pietro Figlioli, passaporto australiano prima di diventare italiano.

DIRIGENTI NUOVI O USATI SICURI?
Se gli atleti rispecchiano l'evoluzione rapida della società, i dirigenti dello sport procedono con cautela. Il vecchio si avvia a uscire di scena e il nuovo è piuttosto usato sicuro. Il ministro dello Sport è il settantaquattrenne Piero Gnudi. Il commercialista bolognese colleziona incarichi societari come Mike Phelps medaglie olimpiche, ma in quanto a piste, corsie, palestre e pedane sembra ancora un turista per caso.Un professionista scafato come il presidente del Coni, Gianni Petrucci, è arrivato a scadenza dopo quattro mandati e non è rieleggibile. Tanto che si è appena assicurato la carica di sindaco a San Felice Circeo in attesa di individuare una poltrona più consona. Subito dopo i Giochi si accenderà la bagarre per la successione all'uomo che ha guidato il Comitato olimpico dal 1999. Il ruolo è altamente appetibile visto che il Coni gestisce ancora più di 400 milioni di euro all'anno in contributi statali.L'esito della battaglia politica dipende molto dalle competizioni di Londra.

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