Giovani
18 novembre, 2025Gli adolescenti pongono al primo posto famiglia e amicizia, ma sono preoccupati per il futuro. Questo pessimismo aumenta tra i ragazzi che vivono in periferie e aree difficili, dove mancano servizi e spazi di socialità
In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 20 novembre, l’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, per l’impresa sociale Con i bambini, ha condotto un’indagine nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, su un campione nazionale stratificato di 3.400 intervistati, integrato da un focus demoscopico su un campione di 960 genitori con figli minorenni.
Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è nato nel 2016 grazie ad un protocollo di intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, con Terzo Settore e governo ed è destinato “al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”. Per attuare i programmi del Fondo è stata costituita l’impresa sociale Con i Bambini, un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel giugno 2016 e interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud e che ha avviato oltre 800 progetti in tutta Italia, coinvolgendo più di mezzo milione di bambini e ragazzi insieme alle loro famiglie. I progetti sono stati sostenuti complessivamente con oltre 497 milioni di euro.
Tra i principali dati emersi si nota come, se un terzo degli adolescenti guarda con pessimismo al proprio futuro nell’intero Paese, il dato sale di 10 punti (43%) fra le ragazze ed i ragazzi che vivono in aree più “difficili”, periferie e zone in deficit di servizi. Differenze che emergono anche rispetto agli ambiti delle opportunità di relazione tra pari, di praticare attività sportive o ricreative, di sentirsi sicuri, che segnano una crescita in salita per ragazzi e ragazze che vivono in are più difficili rispetto ai loro coetanei.
Non si tratta “solo” di una questione di servizi. Gli adolescenti che oggi vivono in periferie o quartieri difficili sono privati della fiducia: verso il prossimo, ma anche nel futuro. I desideri e i bisogni degli adolescenti, specialmente quelli che risiedono in quartieri complessi e periferie, risultano pragmatici e focalizzati sui prerequisiti minimi per la qualità della vita nel proprio quartiere. In primis, i luoghi di incontro, per incontrarsi con gli amici o fare nuove amicizie. Altrettanto importanti sono la maggiore pulizia e la sicurezza nella propria zona.
“Questa indagine è importante perché dà voce alla vita e ai dei nostri adolescenti, troppo spesso frettolosamente etichettati in modo negativo, e in particolare degli adolescenti che vivono nelle nostre periferie e nelle aree d’Italia con maggiori fragilità sociali ed economiche” commenta Marco Rossi-Doria, presidente di Con i bambini. “In generale è una generazione che chiede più spazio di socialità e di autodeterminazione e che nonostante le difficoltà che la scena che gli abbiamo lasciati gli prospetta, non rinuncia ai propri sogni. Ascoltiamoli di più! Sono ragazzi e ragazze del nostro Paese che pongono ai primi posti, tra le "cose importanti" della vita, la famiglia e l’amicizia, ma anche lo star bene con sé stessi e che danno importanza all’amore in un tempo di conflitti e di odi. Non è davvero poca cosa. Stanno dicendo cose che servono anche ai loro genitori e nonni, a noi tutti”.
Tra le priorità degli adolescenti figurano la famiglia (78%) e l'amicizia (72%). Il benessere psicologico (stare bene con se stessi) è salito sul podio, a pari merito con l'amore (62%). Riguardo alle preoccupazioni, il futuro è la ragione principale per il 55% degli adolescenti, mentre al secondo posto viene citata la salute fisica o mentale (37%). Le guerre nel mondo si collocano al sesto posto (32%). L'ottimismo verso il futuro e la fiducia verso gli altri non sono scontati. Un quarto dei giovani dichiara di non essere "mai" stato ottimista verso il futuro o fiducioso verso gli altri nell'ultimo anno. Solo il 35% degli adolescenti dichiara di vedere il proprio futuro in Italia con ottimismo, mentre il 33% si definisce pessimista. Il pessimismo aumenta di 10 punti tra i ragazzi delle periferie e dei quartieri difficili.
“La dimensione del contesto urbano in cui si vive – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento - pesa parecchio. La ricerca ha evidenziato le differenti opportunità e prospettive degli under 18 nel nostro Paese: le periferie e i quartieri difficili delle città italiane non sottraggono “solo” servizi ed opportunità, ma anche ottimismo e fiducia. Secondo gli adolescenti intervistati, le città italiane non sono a misura di minori: meno della metà del campione analizzato ritiene che siano adeguati spazi verdi, scuole, strutture per lo sport, trasporti pubblici. Meno del 30% valuta sufficienti la sicurezza urbana, la qualità dell’aria, i servizi sociali. E, fra i ragazzi che dichiarano di vivere in periferie e quartieri difficili, le valutazioni scendono di oltre 10 punti per tutte le variabili analizzate: oltre i 2/3 ritengono inadeguati servizi sociali e sanitari, occasioni per il tempo libero, sicurezza urbana”.
Per gli adolescenti italiani, infatti, vivere al sicuro non è scontato. Il 43% degli adolescenti teme di poter essere vittima di molestie, violenza o bullismo quando si trova fuori casa. Questo dato aumenta significativamente tra le ragazze (63%) e nei quartieri difficili (59%). Anche dal lato dei genitori, il timore per i figli raggiunge il 77% tra i genitori intervistati. Esiste poi una differenza significativa nella percezione della frequenza degli episodi di violenza giovanile o da parte delle baby gang: il 46% della popolazione adulta li ritiene sempre più frequenti, mentre tra gli adolescenti il dato è sensibilmente inferiore (26%).
Coordinamento della ricerca a cura di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina
Titone. Supervisione della rilevazione di Marco E. Tabacchi
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