I 70 anni de L'Espresso
18 novembre, 2025Sergio Mattarella al Quirinale e Matteo Renzi a Palazzo Chigi vengono visti da L’Espresso come due figure opposte, per carattere e visione delle istituzioni della Repubblica
Nel 2005 Sergio Mattarella, allora deputato, denunciò con forza la pericolosità della parola “capo” introdotta nella nuova legge elettorale del centrodestra, vedendovi una minaccia alle prerogative del presidente della Repubblica e all’equilibrio costituzionale. Circa dieci anni dopo, proprio lui venne eletto al Quirinale, chiamato a garantire l’equilibrio istituzionale durante la stagione delle riforme volute da Matteo Renzi, tra cui la revisione della Costituzione e la nuova legge elettorale (Italicum). Fedele al suo ruolo di garante dei valori costituzionali, Mattarella venne subito riconosciuto come un arbitro imparziale, pronto a intervenire nel caso in cui fosse avvenuto qualsiasi sconfinamento di potere. È per questo motivo che il rapporto con il capo del governo Matteo Renzi si preannunciava fin dall’inizio complesso. Il “sindaco d’Italia”, come veniva chiamato il presidente del consiglio dei ministri, nel 2014 tendeva infatti a concentrare il potere dell’esecutivo su di sé, personalizzandolo. Da qui l’idea della copertina de L’Espresso del 12 febbraio 2015: un ideale faccia a faccia tra i due presidenti e tra le loro diverse visioni delle istituzioni repubblicane.
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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