Ieri sera - 5 giugno -, alla Pride Croisette – il festival culturale del Roma Pride – abbiamo avuto il piacere di conferire il Premio Genderella 2025 agli amici e alle amiche de L’Espresso, riconoscimento di un percorso costante e consapevole al fianco della comunità Lgbtqia+. Un premio che vuole valorizzare l’impegno del giornale nel raccontare le nostre battaglie per i diritti, con accuratezza, sensibilità e rispetto. In un panorama mediatico in cui si fatica ancora a parlare della comunità Lgbtqia+ in modo corretto – tra misgendering e stereotipi caricaturali – è evidente quanto sia fondamentale per noi sapere che una testata come L’Espresso abbracci i valori dell’inclusione e dell’uguaglianza, portando le nostre storie sulle proprie pagine.
La presenza de L’Espresso alla Pride Croisette per il secondo anno consecutivo è per noi la conferma che questo impegno non è fatto solo di parole, ma di un concreto sostegno al Roma Pride e a tutte le persone che esso rappresenta. Inoltre, riteniamo la partecipazione del giornale al nostro festival un’opportunità preziosa di confronto per la comunità Lgbtqia+ su temi di attualità, raccontati con intelligenza e profondità dai giornalisti della redazione.
Ne è stato un esempio il talk che si è tenuto ieri, intitolato “Referendum, o dei diritti per concessione”, che ho avuto il piacere di moderare. Insieme a Beatrice Dondi, Federica Bianchi e Felice Florio abbiamo, infatti, discusso del Referendum previsto per l’8 e il 9 giugno.
Con Felice Florio abbiamo analizzato il contenuto dei cinque quesiti, soffermandoci in particolare su quello che propone di ridurre da dieci a cinque anni il periodo necessario per ottenere la cittadinanza italiana. Una riforma quanto mai necessaria per riconoscere come italiani e italiane tutte quelle persone che, pur essendo nate e cresciute nel nostro Paese, parlando perfettamente l’italiano e avendo qui la loro vita, non vedono ancora riconosciuto il loro diritto di cittadinanza.

Federica Bianchi ha illustrato come, in tema di diritti civili, un altro mondo sia non solo possibile, ma già realtà in molti Paesi a noi vicini. La maggior parte degli Stati dell’Unione europea prevede un requisito di soli cinque anni per ottenere la cittadinanza, in Italia dieci, una cifra record. Questa soglia, già di per sé alta, spesso si allunga ulteriormente a causa delle inefficienze burocratiche e delle tempistiche delle procedure, che però, come sappiamo, possono miracolosamente accorciarsi… se si conosce la persona giusta.

Abbiamo parlato di Referendum anche in relazione al silenzio dei media tradizionali. Come ha sottolineato Beatrice Dondi, il servizio pubblico televisivo dedica pochissimo spazio a questo tema, a malapena qualche secondo al giorno. Eppure, per citare le sue parole, “libertà è partecipazione, ma è anche informazione”. I cittadini hanno il diritto di essere adeguatamente informati su cinque quesiti complessi, anche da un punto di vista tecnico, e la televisione resta per molti un canale d’informazione fondamentale. In questo contesto, il ruolo della stampa è cruciale per fornire alle persone gli strumenti necessari per essere parte attiva e consapevole della società.

Da parte del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e del Roma Pride, non possiamo che ringraziare L’Espresso per il ruolo che svolge nel mondo dell’informazione: una testata aperta a tutti e tutte, tranne che all’omolesbobitransfobia.