Ha 18 anni ed è stato il primo a dare notizia dell’arresto di Khaby Lame in America, anzi ha detto che era merito suo. Lui è Bo Loudon - il miglior amico di Barron Trump secondo The Economist - e i suoi social non sono quelli di un qualunque adolescente, ma una sorta di megafono delle attività trumpiane. “Breaking – l’immigrato illegale di estrema sinistra, il TikToker Khaby Lame, è stato appena arrestato ed è ora sotto la custodia dell’Ice”. Loudon aveva scritto questo post il 7 giugno sul suo account X, in Italia era circa mezzogiorno e si sono cominciate a rincorrere voci e ipotesi. Si è subito pensato ad una fake news, per mancanza di conferme ufficiali da parte dello staff di Lame o dall’Ice (Immigration and Customs Enforcement). Ma Bo Loudon era determinato: “Ho scoperto che era illegalmente sul suolo americano, oltre la validità del suo visto, ha evaso le tasse e personalmente ho agito per farlo deportare. Nessuno si senta al di sopra della legge”.
Lame l'italiano
Khaby Lame, 25enne originario del Senegal, ha ricevuto la cittadinanza italiana il 17 agosto 2022, con la nota ufficiale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Assieme ai suoi genitori e ai quattro fratelli è cresciuto a Chivasso, dove è residente e dove ha cominciato a lavorare a 17 anni. Durante il Covid ha perso il lavoro nell’azienda meccanica in cui si occupava di controllo numerico. E per combattere la noia del lockdown ha cominciato a realizzare video su TikTok che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Oggi è il content creator che conta più di 160 milioni di follower su TikTok e supera gli 80 milioni su Instagram. Ed è davvero stato trattenuto dalle autorità statunitensi per violazioni delle leggi sull'immigrazione. Fermato all’aeroporto internazionale Harry Reid di Las Vegas il 6 giugno 2025 dall’agenzia federale Ice perché il suo visto d’ingresso era scaduto. Si trovava negli Stati Uniti dal 30 aprile.
Fake news... ma forse no
Dopo i post di Bo Loudon sembrava impossibile trovare conferma del fermo di Lame. Loudon si affannava a pubblicare post per attestare l’arresto, ma l’Ice taceva. E sui social di Lame sono anche comparsi due brevi video che hanno fatto pensare a una fake news - c’era chi ipotizzava un’azione di distensione da parte del team di Lame - ma solo il giorno dopo dall’Ice è arrivata la conferma che al TikToker italiano era stata data la possibilità di "partire volontariamente". Secondo fonti della Farnesina, il creator si troverebbe attualmente in Canada.
Cittadino italiano e simbolo globale
Khaby Lame è un fenomeno globale, inserito nelle liste di Forbes “30 Under 30” e Fortune “40 Under 40”. All’attivo collaborazioni con Boss e Binance, ospite al Met Gala e dal 2025 nominato Ambasciatore di buona volontà dell’Unicef. Lame resta un orgoglioso cittadino italiano di origini senegalesi e fede musulmana, che ha raccontato sui social anche il suo recente pellegrinaggio a La Mecca. Il “caso Lame” ha dimostrato quanto la distorsione dei social network possa facilmente trasformare una vicenda burocratica in una tempesta politica. Le lapidarie dichiarazioni di Bo Loudon, inizialmente non verificabili, le insinuazioni ideologiche – un pericoloso tiktoker di estrema sinistra - e l’assenza iniziale di dichiarazioni ufficiali, hanno contribuito a creare confusione e sospetti di fake news. Era prevista la sua presenza ad una partita di beneficenza al Chase Stadium di Miami, il che spiega perché si sarebbe trattenuto negli Usa oltre il tempo massimo del Visto: il suo nome è stato cancellato dalla lista degli invitati molto dopo la notizia del presunto arresto. La conferma data dall’Ice ad un giorno di distanza dall’annuncio, e solo dopo che Lame aveva lasciato il suolo americano, ridimensiona l’accaduto spegnendo le tinte fosche con cui era stato inizialmente raccontato.
L'errore amministrativo
Il fermo di Khaby Lame, cittadino italiano e icona digitale globale, forse non va letto come un caso di persecuzione politica – l’hanno arrestato perché musulmano, come si leggeva sui vari commenti social - né di frode o clandestinità. Si è trattato più probabilmente di un errore amministrativo, amplificato da chi ha scelto di sfruttare la sua fama per motivi forse ideologici. La rapidità con cui la disinformazione può diffondersi, anche su vicende che toccano personaggi pubblici, dovrebbe spingerci a un maggiore senso critico nella fruizione delle notizie. Khaby Lame, nel frattempo, è tornato a postare. Non ha commentato la vicenda, ma ha lasciato parlare le immagini, fedele al suo “marchio di fabbrica”. Lame è stato rilasciato e non arrestato perché cittadino italiano, ma probabilmente non potrà più tornare negli Usa, non a breve.