Giovani
15 settembre, 2025Perché, oggi, è necessario che ragazze e ragazzi partecipino alla vita pubblica? Quali sono le istanze più importanti per loro? Risponde Andrea Rossi, membro dello staff del sindaco di Roma
Chi ha vent'anni oggi ha visto solo crisi: quella del 2008, la pandemia, l'inflazione, le guerre. Cresciuti in un Paese dove la politica è diventata amministrazione del declino, la nostra generazione ha imparato a diffidare delle istituzioni, ma non per questo deve rinunciarvi.
La partecipazione giovanile è essenziale non solo per il rinnovo della classe dirigente, ma per restituire senso alla parola politica. Non deve rottamare, ma saper cogliere il meglio. I partiti hanno smesso di essere scuole di democrazia, diventando comitati elettorali. La politica, se vuole tornare a parlare al Paese, deve ricostruire spazi, anche digitali e dibattiti.
Non è un caso se i pochi luoghi in cui oggi si parla e si fa politica siano spesso esterni ai partiti: collettivi, comitati, movimenti per la casa e per il clima. La nostra generazione non è apatica, è esclusa. Eppure ha fame di giustizia sociale, di salari dignitosi, del diritto all'abitare.
Finché i partiti non assumeranno questo compito di ricostruzione, l'Italia e il suo popolo non torneranno politici. Devono essere eco, devono ascoltare, devono riportare. Soprattutto, devono affrontare. Viviamo da almeno un decennio una discrepanza tematica tra ciò che il popolo vuole, lamenta, pretende e ciò di cui la politica parla.
I ventenni di oggi siano protagonisti e guidino il rinnovamento: abbiano la coscienza per affrontarlo e conquistino gli spazi che ritengono di meritare, non solo quelli che vengono loro offerti.
Chi è Andrea Rossi:
Romano, classe ‘99, da sempre nel mondo della comunicazione politica: dalle campagne elettorali territoriali, poi collaboratore parlamentare a 20 anni e nella comunicazione nazionale PD a 21. Oggi al Campidoglio segue la comunicazione del sindaco Gualtieri, di Roma e delle sue partecipate.
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