Una cosa è certa: Luca Cordero di Montezemolo i mezzi di trasporto li ha nel sangue. Dei lunghi anni alla guida della Ferrari, terminati con una buonuscita da 27 milioni di euro, si è detto molto. È uno dei fondatori dei treni ad alta velocità Italo e da poco è stato designato presidente della nuova Alitalia marcata Etihad.
Meno conosciuta è invece la sua attività da noleggiatore di imbarcazioni di lusso. Un business non particolarmente vincente, almeno dal punto di vista dei bilanci, visto che la sua Fisvi Charter - che si occupa di gestire la piccola flotta navale di famiglia - nel 2013 ha perso 857 mila euro, una cifra superiore al rosso di 715 mila euro del 2011 e a quello di 522 mila dell’anno prima. Probabilmente non sono in molti a voler prendere a nolo il Marhaba, lo yacht da 33 metri che Montezemolo è solito usare in agosto per un giretto fra le isole del Mediterraneo. E forse la motivazione sta nel prezzo di listino poco abbordabile: per averlo un solo week-end, dice il sito web, occorre sganciare la bellezza di 46 mila euro.
Del resto il Marhaba vale 3,8 milioni di euro e Montezemolo l’ha rilevato in leasing. L’ex numero uno della Ferrari ha anche comprato un motoscafo Itama 40 dalla MoMa Line, la società che il figlio Matteo gestisce insieme all’amico Giovanni Malagò, presidente del Coni.
Infine c’è la Mediterraneo, una “nave da diporto” (così la definisce il bilancio) con la quale Matteo si fa vedere spesso a Capri. Nel 2013 il buco della Fisvi è stato prontamente ripianato dalle due società capogruppo, la Finanziaria Sviluppo e la Finanziaria Sviluppo Holding, che sono intestate a Montezemolo e alla Bim Fiduciaria, che custodisce le altre quote.
Nel gruppo, come si sa, sono in affanno anche i conti della Ntv, la joint venture con amici e investitori istituzionali che gestisce i treni di Italo e che viaggia con un debito di 781 milioni. Non fosse per treni e navi, gli affari andrebbero però a gonfie vele. La Finanziaria Sviluppo Holding ha incassato 356 mila euro da una piccola partecipazione in Genextra, la società biotech fondata dal finanziere Francesco Micheli e dall’oncologo Umberto Veronesi. Mentre l’altra controllata Mcg sorride grazie a una cedola da 1,5 milioni staccata dalla Italiana Tabacchi, nella quale possiede una quota di minoranza (il 18 per cento) con la famiglia bolognese Maccaferri.