Un primo piano di Enzo Tortora, preoccupato e con lo sguardo basso, è l’immagine scelta da L’Espresso per la copertina dell’11 agosto 1985. Arrestato il 17 giugno 1983 con le pesanti accuse di traffico di stupefacenti e associazioni di stampo camorristico, in quell’estate ’85 il presentatore attendeva ancora la sentenza di primo grado, arrivata a settembre con la condanna a dieci anni di carcere. Nel frattempo, nel 1984 era riuscito a ottenere gli arresti domiciliari e pochi mesi dopo aveva accettato la candidatura a eurodeputato nelle liste del Partito radicale. La stampa era divisa fra innocentisti e colpevolisti, ma con la direzione di Giovanni Valentini, dal 1° luglio 1984, la linea editoriale de L’Espresso divenne più garantista su Tortora. Da qui anche la copertina dedicata al “Pasticciaccio”, che indagava le cause politiche del suo arresto. Il 15 settembre 1986, un anno dopo la condanna, il conduttore fu assolto con formula piena dalla Corte d’appello di Napoli e iniziò subito dopo il processo per calunnia, contro le false testimonianze dei camorristi. Il Caso Tortora si rivelò, perciò, uno dei più gravi errori giudiziari italiani, a cui adesso il regista Marco Bellocchio dedica anche una nuova serie, “Portobello”, in anteprima all’82ª Mostra del cinema di Venezia.

Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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